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Paola, spari in via Nazionale: i Serpa restano in carcere

Matteo e Salvatore Serpa rimangono in carcere. Il tribunale del riesame ha rigettato la richiesta dei legali. Secondo il Pm i due avrebbero intimorito il testimone.


PAOLA – Il tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Matteo Serpa e Salvatore Serpa.

I due, che secondo le forze dell’ordine sono appartenenti all’omonimo clan, rimarranno quindi in carcere dopo essere stati arrestati dai carabinieri lo scorso novembre con l’accusa di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco in relazione a una sparatoria avvenuta il 21 ottobre in via Nazionale, a Paola, contro uomini del clan Martello.

Resteranno detenuti nonostante la “ritrattazione” del testimone oculare nel corso dell’incidente probatorio. Lo stesso testimone che aveva consentito agli inquirenti di procedere al loro arresto, poi convalidato del Gip. La richiesta era stata avanzata al riesame dagli avvocati Gino Perrotta, Armando Sabato e Giuseppe Bruno.

Il pubblico ministero Anna Chiara Fasano aveva invece presentato una integrazione alle accuse inserendo anche alcuni colloqui captati in carcere tra i due esponenti della famiglia Serpa. Secondo il pubblico ministero gli indagati avrebbero entrambi posto in essere delle iniziative volte a far recapitare al testimone presunti avvertimenti. Che poi questi siano effettivamente giunti o meno allo stesso non è dato a sapere. Così come è un mistero su chi abbia informato i due Serpa della presenza di un testimone che ha aiutato i carabinieri a ricostruire l’accaduto. È evidente che anche tra le mura di una casa circondariale si riesce ad apprendere cosa accade là fuori. Le voci giungono ben presto ai detenuti. E i due Serpa hanno commentato a più riprese quanto stava accadendo, in particolare vista l’imminenza dell’incidente probatorio.

Vediamo di ricostruire la vicenda. Una segnalazione “anonima” al numero di pubblica emergenza 112 ha fatto scattare nella tarda serata del 21 ottobre l’intervento dei carabinieri di Paola. Il sopralluogo sulla scena del crimine, in via Nazionale, ha permesso di rinvenire un bossolo calibro 9 corto e quindi di ricostruire la dinamica dell’episodio.

Matteo Serpa avrebbe consegnato al nipote un’arma da fuoco con la quale, Salvatore Serpa travisato da un cappuccio, esplodeva un colpo di pistola ad altezza uomo in direzione dei passeggeri di un grosso fuoristrada che aveva ripetutamente tamponato l’auto in sosta di Matteo Serpa. Successivi accertamenti hanno poi permesso di appurare che a bordo del predetto fuoristrada vi fossero dei soggetti appartenenti al clan Martello di Fuscaldo, gruppo malavitoso contrapposto ai Serpa. Le due consorterie criminali sono da anni protagoniste degli assetti delinquenziali finalizzati al controllo del territorio di Paola e Fuscaldo.


About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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