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Scalea, orto sociale: nuova linfa e vecchi vizi

In arrivo fondi per rilanciare l’orto socio solidale di Progetto Germano, ma qualcuno abbandona rifiuti sul terreno. L’idea si è classificata seconda al concorso Tuttixtutti della Cei ottenendo 12mila 900 euro. Ma il terreno che faceva gola alla malavita locale viene ancora preso di mira.

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SCALEA – Nuova linfa vitale per l’orto sociale di località Pantano a Scalea curato dalla cooperativa Progetto Germano. Ma il terreno su cui da anni si cerca di operare per l’inclusione sociale e la solidarietà è ancora bersaglio del malaffare.

Alcune notti fa, qualcuno è entrato nell’area non recintata per abbandonarvi dei rifiuti, scarti da lavorazione edile. Ma la buona notizia è che sono in arrivo nuovi fondi economici per permettere il decollo dell’idea.

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Ora un recinto e la coltivazione

Sin dall’inizio della sua vita il progetto ha compiuto piccoli passi. Il problema è sempre stato quello delle risorse economiche da investire. Il crowdfunding lanciato dai promotori ha prodotto poche centinaia di euro. Eppure, pur se tra mille difficoltà di cui parleremo a breve, qualcosa si era riuscito a realizzare.

Tra queste, lo sgombero dei rifiuti presenti ed un’analisi del terreno per scongiurare eventuali contaminazioni.

Di recente, la Caritas diocesana ha stanziato 2mila 900 euro a favore del progetto. Con quei soldi sarà acquistato del materiale per realizzare una vera recinzione. Pali e rete che saranno impiantati a breve. Forse a partire dalla prossima settimana.

Inoltre, grazie alla collaborazione della vicina parrocchia della Santissima Trinità di Scalea, la cooperativa Progetto Germano ha partecipato a “Tuttixtutti”, concorso nazionale della Conferenza episcopale italiana. Il progetto presentato, dal titolo “Seminare speranza, raccogliere futuro”, si è classificato al secondo posto su 460 idee partecipanti. Per questo motivo ha ottenuto 12mila euro.

Con questa cifra si riuscirà a realizzare almeno il 70 percento dell’iniziativa che prevede la coltivazione degli oltre 10mila metri quadrati del terreno, impiegando esclusivamente persone bisognose.

Si inizierà coltivando rosmarino, limoni e peperoncino. Insomma, prodotti caratteristici della Riviera dei Cedri. Cooperativa e parrocchia vogliono anche creare un marchio registrato attraverso il quale commercializzare i prodotti coltivati e trasformati. Si vuole aiutare i bisognosi, creando per loro un lavoro, in particolare per le donne, e contribuire alla promozione del territorio.

Una parte dei fondi a disposizione è stata già spesa per un riporto di terra di montagna sulla superficie da coltivare. Proprio lì, qualcuno però ha pensato di liberarsi di alcuni rifiuti.

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Rifiuti sul terreno che faceva (?) gola alla malavita

Qualcuno è entrato nel terreno di notte e ha scaricato illecitamente la risulta di alcuni lavori di edilizia. Calcinacci, materiali plastici e sacchi vuoti di cemento.

Perché? Perché proprio lì? Potrebbe essere un segnale o un avvertimento lanciato proprio nel periodo in cui il progetto ha un nuovo slancio. Forse è solo una coincidenza. Sospetta coincidenza, se si tiene conto della storia di quel terreno.

L’area, lo ricordiamo, fu concessa alla cooperativa scaleota nel 2015 dal comune di Scalea, che ne è proprietario. Furono i commissari prefettizi, all’epoca ancora insediati in via Plinio il Vecchio, a sposare la causa. Dodici mesi di tempo per capire le intenzioni dell’associazione. Poi il rinnovo.

Nel mentre, però, le minacce e il tentativo di estorsione da parte di Saverio Valente, 47 anni. Il componente della locale ‘ndrina, messa in ginocchio dalle operazioni Plinius 1 e 2 della Dda di Catanzaro, non voleva rinunciare a quel terreno. Vantava indebitamente il possesso di quei 10mila e oltre metri quadrati che nel frattempo erano diventati una discarica a cielo aperto. I pioppi che vi dimoravano, tagliati da mani ignote. Valente arrivò a cacciare dal terreno persino gli operai del consorzio di bonifica giunti per ripulirlo.

L’uomo fu poi arrestato a seguito della denuncia presentata ai carabinieri da Fabio Cifuni, presidente della cooperativa e bersaglio principale delle minacce. Valente voleva sotterrarlo nell’orto che voleva realizzare.

Quella prima denuncia fu poi integrata da altri esposti alle forze dell’ordine. Man mano che le misure cautelative andavano attenuandosi, infatti, Valente riprese a pretendere il terreno. Arrivò persino a piantarci delle piantine di fave, a mano, una a una.

A marzo scorso, dieci piante di limone messe a dimora dai volontari sono state estirpate da ignoti, di notte, nel giro di pochi giorni. Anche i paletti che delimitavano l’area sono stati divelti. Nonostante la presenza di abitazioni nell’area, ovviamente, nessuno ha visto nulla.

Il processo a carico di Saverio Valente, imputato per minacce e tentata estorsione, è ancora in corso.

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About Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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