Dalla difesa di uno dei 7 indagati la richiesta di spostare da Paola a Napoli il procedimento bis sulla Marlane. Ipotesi remota, ma la decisione spetta al Gip Elia che si esprimerà nella prossima udienza del 3 ottobre. Sei giorni dopo la nomina del perito che dovrà indagare nuovamente lo stabilimento di Praia a Mare e i terreni circostanti.

PAOLA – Marlane 2 rischia il trasferimento a Napoli?
C’è una richiesta presentata in tal senso al Gip Maria Grazia Elia nell’ambito del nuovo capitolo sulle morti bianche della cosiddetta fabbrica dei veleni di Praia a Mare. L’istanza proviene dall’avvocato Gianluca Luongo, difensore dell’indagato Ivo Comegna.
Un’ipotesi che viene giudicata remota, ma che comunque tiene in apprensione le parti offese e chi con sforzo e sacrificio ha istruito l’indagine. In ogni caso sarà il Gip a decidere sulla questione. La richiesta è stata sollevata in ragion del fatto che il primo decesso addebitato dall’accusa agli indagati è avvenuto proprio nel capoluogo di regione della Campania.
Vedremo cosa si deciderà di fare giorno 3 ottobre, data nella quale non è escluso che si dovrà decidere anche sull’integrazione richiesta da nuove presunte parti offese. Ci sarebbe un aumento del numero dei deceduti (da 29 dovrebbe passare a 33, ndr) che secondo le accuse sarebbero imputabili alla contrazione di neoplasie nel corso degli anni trascorsi in fabbrica.

Marlane 2: In aula anche il 9 ottobre
Altra data fissata dal Gip per l’incidente probatorio è il 9 ottobre. Si dovrà conferire l’incarico al perito del giudice. E di conseguenza dovrebbero essere resi noti i nominativi dei periti della procura e delle parti offese.
L’attenzione della procura, guidata da Pierpaolo Bruni che sta affiancando nell’indagine il PM Valeria Teresa Grieco, resta alta. Un’attenzione nella quale è anche riposta la speranza delle tantissime parti offese nel procedimento. Gente che ha visto ammalarsi e morire lentamente i suoi cari tra atroci sofferenze.
I legali dei sette indagati, in sede di richiesta di incidente probatorio formulata dalla procura di Paola, avevano sollevato eccezioni al Gip a riguardo delle accuse. Sono state accolte soltanto per le ipotesi di omicidio colposo di Vincenzo De Presbiteris e Mario Schettino, entrambi deceduti.
Per il resto il Gip ha ritenuto che “per la diversità dei fatti contestati agli indagati nell’ambito del presente procedimento, si configurano distinte ipotesi di omicidio colposo e di lesioni colpose ipotizzate a carico degli indagati poiché vedono come persone offese soggetti distinti dai precedenti”.

Il lavoro immane degli inquirenti
In questi mesi, il lavoro istruttorio è stato immane. Un lavoro che consta di circa 400 fascicoli.
Decine di parti offese sono state sentite negli uffici della procura di Paola. L’indagine madre è partita nel 2010 con il rinvio a giudizio delle 13 persone imputate nel primo troncone. L’inchiesta della procura era durata dieci anni e fu la sintesi di tre diversi filoni d’indagine. Quel processo prese il via il 19 aprile 2011 ma, di fatto, iniziò l’anno successivo, il 30 marzo 2012, dopo ben sei rinvii.
Il Marlane 1 si è concluso il 19 dicembre 2014 con la sentenza assolutoria di primo grado. Ora, l’appello a Catanzaro sta per giungere a sentenza.
