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Paola, caro e vecchio centro storico…

Case pericolanti e abbandono: il centro storico di Paola si batte tra atavici e irrisolti problemi. Occorre un recupero organico e omogeneo che non può essere solo appannaggio dei privati.


PAOLA – Il recupero del centro storico non può più attendere.

Paola vecchia soffre anni ed anni di abbandono. Da rione Motta scendendo da corso Cristoforo Colombo, per giungere a via Duomo e alla Rocchetta, il percorso si snoda tra strade e viuzze frutto di un patrimonio secolare ormai lasciato incustodito. Così come sono incustodite, vuote e disabitate tante abitazioni del nucleo storico che dall’arco di San Francesco di piazza IV novembre, a salire, si presentano con battenti e persiane chiuse.

Un recupero che appare oggi non più procrastinabile per tante ragioni. Molte abitazioni non solo sono in disuso, ma costituiscono un pericolo permanente per gli ignari passanti e le autovetture che vi transitano.

Un centro storico oggi spopolato dove molte case sono in vendita, disabitate e diroccate. Uno spopolamento a discapito di altre nuove zone ma anche dovuto al calo delle nascite che ha contribuito e non poco a innalzare l’età media della popolazione residente. I giovani, poi, vanno via.

Non bastano, da sole, le meritevoli iniziative dei residenti, di associazioni e comitati di quartiere per riaccendere i riflettori sul borgo storico.

La cementificazione “selvaggia” alla quale si è messo un coperchio in questi anni con i condoni ha contribuito a rendere disomogeneo il rapporto tra l’uomo e il territorio. Si sottrae terreno “fertile” all’agricoltura per consentire l’edificabilità in nuove aree. Si è costruito troppo e male senza alcun rispetto. In zone a rischio frana e a ridosso dei fiumi.

I residenti

Ma che ne pensano i residenti?

Paolo Alampi, ex assessore comunale, che nel centro storico, nonostante sia nato da genitori venuti da fuori, ci vive e che ha scelto di comprare qua una casa “per portare più in profondità le mie radici, e per unirmi all’anima del luogo”, parla di abbandono.

“I caratteri originari del nostro territorio che sono in parte ancora visibili oggi sono sommersi da una cementificazione disordinata che negli anni ha scardinato il delicato sistema di rapporti tra uomo e natura.

Certo quel mondo non era idilliaco, sarebbe ingenuo pensarlo, ma lo abbiamo rinnegato tutto assimilandolo ad una condizione di povertà materiale che coinvolgeva tante famiglie. Ora è tempi di fermasi».

Le ricette proposte in passato dalle varie amministrazioni (che hanno cercato di coinvolgere i privati attraverso i fondi per il recupero stanziati dalla regione) non sono state sufficienti. Serve invertire tendenza. Serve una pianificazione che metta al centro di tutto il recupero del centro storico di Paola.

Ma per farlo si dovrebbe anche mettere da parte o limitare strumenti che potrebbero fare più danni che consentirne un recupero.

“I dati sul costruito ci dicono che attualmente in Italia sono presenti otto alloggi per abitante, che un’enorme quantità di preziosa terra è stata sottratta all’agricoltura, che sono scomparse intere aree archeologiche e che assetti urbanistici prodotti da sapienza millenaria sono stati sventrati in un amen. E allora perché non ci fermiamo”?


About Francesco Maria Storino

Attualmente collaboratore della Gazzetta del Sud ha lavorato per La Provincia, Comunità 2000, Edizioni master, Il Quotidiano della Calabria e Corriere dello Sport. Cura particolarmente la cronaca giudiziaria.

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