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La coop si atteggiava a banca: reati prescritti e soldi spariti

9 anni per un giudizio: prescritto reato di attività bancaria abusiva per una coop finanziaria di Praia a Mare. In appello riformata la sentenza di condanna in primo grado per amministratori e sindaci della Cooperativa Alto Tirreno Mutualità. Ma che fine hanno fatto i soldi?

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PRAIA A MARE – La Corte di Appello di Catanzaro ha depositato le motivazioni della sentenza sul caso della cooperativa di mutualità Alto Tirreno.

Tutti assolti gli 11 imputati, tra amministratori e sindaci, accusati del reato in concorso di attività abusiva bancaria, finanziaria e di raccolta del risparmio.

Riformando la sentenza di primo grado, il giudice ha assolto Sergio De Lorenzo, Maria Giuseppina Cardaciotto, Francesco Schettini e Settimio Scarpino per non aver commesso il fatto.

Ha dichiarato di non doversi procedere per prescrizione del reato nei confronti di Silvio Dima, Romolo Salpa, Egidio Marino, Giuseppe Faviere, Pasquale Morelli, Nicola Cetraro oltre che nei confronti di un altro imputato nel frattempo deceduto.

Questi ultimi sono stati condannati al pagamento delle spese processuali di appello a Banca d’Italia e a un’altra parte costituita.

C’erano sette anni e mezzo di tempo per evitare che i reati si prescrivessero, ma la Corte di Appello ne ha impiegati ben 9 per sentenziare. Intanto è a buon punto, al tribunale di Paola, il ramo civile del procedimento per ottenere il risarcimento dei danni.

La coop si atteggiava a banca

Quella cooperativa si atteggiava a banca” si disse nel 2006, all’epoca della chiusura delle indagini da parte della guardia di finanza di Scalea e della procura di Paola e del rinvio a giudizio degli indagati. Nel 2008, il giudice aveva emesso la sentenza di primo grado condannando tutti gli imputati al carcere e al risarcimento dei danni.

La “Alto Tirreno” era una società cooperativa a responsabilità limitata, operante a cavallo tra la fine degli Anni 90 e i primi anni del 2000 a Praia a Mare.

Secondo l’accusa, a un certo punto della propria attività aveva iniziato a raccogliere risparmio tra i soci, come avrebbe potuto invece fare soltanto una banca. Al 31 maggio 2005, inoltre, aveva raggiunto una esposizione debitoria di oltre 1milione 850mila euro nella forma dei contratti di finanziamento e altri 350mila euro e rotti nella forma di conti di servizio.

Somme che, tra l’altro, erano largamente superiori al capitale sociale attestato a circa 1milione 300mila euro, inteso anche – stando alla normativa vigente all’epoca – come limite massimo di indebitamento.

Che fine hanno fatto i soldi?

Sono passati oltre dieci anni dalle indagini ma, in tutto questo tempo, non è mai stato accertato che fine abbiano fatto tutti quei soldi.

Si tratta di somme che, in molti casi, per i soci rappresentavano i risparmi di una vita ed erano stati affidati alla cooperativa grazie anche a tassi di interesse invitanti, fino al 12 per cento. Quei soldi sono stati ceduti all’esterno della cerchia dei soci, ma se ne è persa traccia.

“Che fine hanno fatto i soldi”? chiedevano i soci agli amministratori della cooperativa. Una volta scoperchiato il Vaso di Pandora si recavano nella sede di Praia a Mare a chiederne la restituzione a chi, invece, accampava scuse e prendeva tempo.

Che fine hanno fatto i soldi? Una domanda che rimbalza ancora oggi nelle teste dei soci raggirati dal Cda contro il quale non si procede perché il reato è prescritto.

Nelle pieghe delle sentenze si potrebbe perdere il senso principale della vicenda. I soldi sono spariti, ed è lecito pensare che quelle somme abbiano fatto la fortuna di qualcun altro che non le aveva sudate.

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In fase di indagine e nonostante il sequestro penale disposto dall’autorità giudiziaria, pare che parte della documentazione non sia stata trovata.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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