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Scalea, la nuova vita di Nicola Battaglia

A 8 anni dall’incidente in cui ha perso l’avambraccio, l’ex operaio addetto alla raccolta dei rifiuti, decide di raccontare la sua storia.  

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SCALEA – “Ho fatto tutto da solo. Dal momento dell’incidente e per qualche mese dopo ho avuto tanta gente attorno a me. Poi il buio”.

A otto anni di distanza, da quel 7 ottobre 2010, Nicola Battaglia, 41 anni di Scalea, l’ex operaio addetto alla raccolta dei rifiuti che ha perso l’avambraccio destro a causa di un incidente sul lavoro, ha deciso di raccontarmi la sua storia in esclusiva per Il Meridione.

Vi ripropongo su queste pagine la nostra chiacchierata.

Il suo sogno nel cassetto

Nicola ha voluto incontrarmi per dare una bella testimonianza di vita, di forza, di coraggio, di famiglia. Ma soprattutto per svelarci il suo sogno nel cassetto: tornare a fare l’autotrasportatore.

Si, l’autotrasportatore. Perché lui, nonostante l’amputazione dell’avambraccio, tecnicamente della mano destra fino al terzo distale, non ha mai smesso di crederci e quindi lottare per salire ancora sui camion e riprendere a guidare.

Nicola Battaglia

Non è una cosa impossibile. Dall’incidente in poi, gli sono state ritirate tutte le patenti di guida. Ma lui si è presentato più e più volte davanti ad una commissione medica per riottenere la C, la patente che ti abilita alla guida dei camion e di tutti i mezzi pesanti adibiti al trasporto di cose, e la B, per la guida di comuni autovetture.

Nicola ci è riuscito. Senza rischiare di essere noiosi specificando tutta una parte tecnica che riguarda soprattutto le eccezioni e le modifiche dei comandi di guida, Nicola ha riottenuto la patente B e C speciale, e anche la qualifica Cqc, Carta qualificativa conducente.

Ci ha raccontato la sua storia insieme a sua moglie Anna. “Senza lei – ha immediatamente sottolineato – sarei morto. Lei e le mie bambine sono la mia vita, sono la mia forza nei momenti disperati, sono il mio orgoglio di marito e padre di famiglia che, nonostante le difficoltà, cerca di provvedere al loro benessere. A lei va il mio grazie”.

Il ricordo dell’incidente

La vita di Nicola è segnata per sempre da quel maledetto incidente. Erano più o meno le 7 e 30. Quel mattino del 7 ottobre di otto anni fa, davanti l’ex tribunale di Scalea, Nicola ferma il mezzo per la raccolta dei rifiuti per verificare un guasto, un’anomalia al funzionamento del mezzo che si era verifica già il giorno prima. Nicola scende dal monoperatore e prova a cercare le leve meccaniche che avrebbero dovuto far abbassare il bidone che era rimasto agganciato e sollevato, ma non le trova. Poi apre il portellone laterale, per controllare se i comandi fossero li, ma all’improvviso lo sportello si richiude e colpisce Nicola in testa, lui per razione si abbassa e, senza capire come, si trova con il braccio incastrato nell’ingranaggio del camion che si era bloccato. Da li in poi i ricordi sono confusi. Nicola ricorda bene però, e non lo dimenticherà mai, di aver visto la sua mano a terra e di essersi anche piegato per recuperarla da solo, mentre era ancora incastrato al mezzo. Poi i soccorsi. La corsa all’ospedale di Praia a Mare e il trasferimento in eliambulanza all’Annunziata di Cosenza e il primo di una lunga serie di interventi al suo avambraccio.

È l’inizio di un calvario

“Nei primi giorni ricordo tanta gente intorno a me – riprende Nicola – parenti, amici, tutti vicino a darmi forza. E così anche nei mesi successivi. E ancora per un po’ di tempo. Casa mia sembrava un porto di mare. Frequentato anche da gente che è venuta a fare tante promesse. Anche di lavoro. Stai tranquillo, mi dicevano. Poi all’improvviso sono spariti tutti. Mi hanno lasciato solo. Le promesse sono svanite come fumo e mi sono rimaste solo le pacche sulle spalle. Sono davvero poche le persone che si sono interessate veramente a me. Ho scoperto i falsi amici e rivalutato qualcuno. Ho scoperto la cattiva politica e qualche bravo amministratore. Ho trovato bravi medici e infermiere che mi hanno fatto da angelo custode. Non devo dire grazie a nessuno. Se non alla mia famiglia”.

Scendono le lacrime sul volto della moglie Anna. Da qualche mese c’è un’altra piccola bimba in casa Battaglia. “È stata ed è ancora dura – ha raccontato Anna – all’inizio un grande shock, poi raggiungi la consapevolezza della realtà, e piano piano sembra che il mondo ti crolla addosso. Non ci siamo lasciati schiacciare però. Abbiamo due figlie e per loro dobbiamo farci sempre più forza”.

Nicola Battaglia

Al danno purtroppo, negli anni si è aggiunta anche la beffa. Perché le vicende processuali per Nicola non si sono concluse a suo favore. Non vogliamo, almeno in questa occasione, raccontare come si è svolta la causa. Ma una cosa è certa. Al contrario di qualche cattiva voce messa in giro, Nicola con questo incidente “non si è arricchito”.

È rimasto senza braccio, con una moglie e due figlie da mantenere, e senza lavoro. E con una insufficienza renale che si porta avanti già da 14 anni, riconosciutagli anche come grave invalidità.

Nicola ha sempre lavorato. In realtà ha smesso solo per curarsi. Prima dell’incidente, da ragazzo, dopo aver abbandonato gli studi alberghieri e l’anno di militare, dove prende un attestato importante per la guida, decide di aiutare il padre autotrasportatore. Poi arriva l’amore, mette su famiglia e cambia mestiere. Inizia come autista dei mezzi per la raccolta dei rifiuti a Scalea, già nel 2000, nel periodo estivo. E va avanti cosi fino all’assunzione definitiva a novembre del 2008 nella società che all’epoca gestiva il servizio per il Comune di Scalea.

Nicola oggi

Nella sua nuova vita, dall’incidente in poi, Nicola ha fatto tanti mestieri per sopravvivere, e non solo in termini economici. Il parcheggiatore, l’autista, l’imbianchino, il guardiano notturno. Ha cercato di portare il pane a casa come meglio ha potuto e come fanno tutti. Nicola e la sua famiglia vivono solo di un indennizzo dell’Inail. La moglie è disoccupata. “Andiamo avanti con i prestiti e con l’aiuto dei nostri genitori. La speranza è di trovare presto un lavoro – ha concluso Nicola – di tornare a guidare e salire sui bisonti della strada”.

Nicola Battaglia

Nel frattempo si dedica alla cucina. Per mantenersi attivo e sentirsi vivo, sta seguendo un corso per persone con disabilità a Cosenza. Chissà che un giorno non cambi idea e decida di dedicarsi alla ristorazione.


About Pierina Ferraguto

Giornalista pubblicista dal 2013. Laureata in Filosofia e scienze della comunicazione e della conoscenza all'Università della Calabria. Dal 2006 al 2008 lavora come stagista nella redazione di Legnano de Il Giorno. In Calabria lavora con testate regionali di carta stampata e televisive.

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