Tra le accuse favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento della raccolta dei rifiuti. “Matrimoni combinati per immigrati”
RIACE – Mimmo Lucano, sindaco del Comune di Riace, è stato arrestato questa mattina dalla guardia di finanza. Il primo cittadino è agli arresti domiciliari.
Nell’ambito dell’operazione Xenia, la procura di Locri lo accusa di diversi reati. Tra questi, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento della raccolta dei rifiuti.
Alla sua compagna, Tesfahun Lemlem, accusata degli stessi reati, è stato imposto il divieto di dimora nel comune reggino.
Operazione Xenia. In manette Mimmo Lucano
L’operazione Xenia è stata eseguita dai finanzieri del gruppo di Locri. L’ordinanza di custodia cautelare per Lucano è stata emessa dal Gip di Locri,
“La misura cautelare – riporta una nota delle fiamme gialle – rappresenta l’epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico”.
Le accuse: “Matrimoni combinati” per migranti
Alcuni particolari degli addebiti a carico di Lucano sono stati resi noti dal procuratore capo di Locri, Luigi D’Alessio.
Secondo il magistrato avrebbe dimostrato “una spigliatezza disarmante, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’ammettere pacificamente più volte, ed in termini che non potevano in alcun modo essere equivocati, di essersi reso materialmente protagonista ed in prima persona adoperato, ai fini dell’organizzazione di matrimoni di comodo”.
Accuse che emergerebbero da alcune intercettazioni della Guardia di finanza. L’oggetto è il matrimonio di una cittadina straniera cui era già stato negato per tre volte il permesso di soggiorno.
“Lei ha solo la possibilità di tornare in Nigeria – dice Lucano –. Secondo me l’unica strada percorribile, è che lei si sposa. Io sono responsabile dell’ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente con un italiano. Mi fa un atto notorio dove dice che è libera e siccome è richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti. Se succede questo in un giorno li sposiamo”.
Le indagini sono partite l’anno scorso, quando la prefettura di Reggio Calabriaha disposto un’ispezione nel Comune di Riace. In quella occasione emersero irregolarità nell’utilizzo dei finanziamenti governativi per la gestione dei migranti.