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Paola, nasce un comitato per sostenere il modello Riace

“La Comune di Riace” si presenta come soggetto spontaneo e privo di primogenitura delle forze politiche. Vuole discutere di inclusione e accoglienza


PAOLA – È stato costituito a Paola “La comune di Riace“, un comitato per sostenere il modello di accoglienza del comune calabrese e del suo sindaco indagato Mimmo Lucano.

Gli animatori dell’iniziativa sostengono che la sua nascita sia stata “del tutto spontanea e senza primogeniture da parte di forze politiche e sociali”. Ne fanno parte “un gruppo di cittadini, animati unicamente dalla volontà di dare una risposta collettiva e dal basso a quanto accade nel Paese, dopo l’arresto di Mimmo Lucano e il tentativo di chiudere lo Sprar di Riace”.

In un comunicato stampa si sostiene che il primo atto di questo nuovo soggetto sarà quello di chiedere la convocazione a Paola di un consiglio comunale aperto. Nel frattempo, su Facebook, il comitato ha avviato uno spazio per diffondere le proprie attività e contribuire a stimolare il dibattito pubblico sui temi dell’inclusione e dell’accoglienza.

Le tesi del Comitato La comune di Riace

“La vicenda di Riace – sostiene il comitato – va ben oltre i limiti geografici di quel paesino, ma anche della Calabria. Ci parla di due modi diversi ed alternativi di intendere la questione delle migrazioni ed affrontare il tema della accoglienza.

Il primo, quello di Lucano, è il modello dell’inclusione e dell’apertura, che umanizza il sistema pubblico messo in piedi dallo Stato Italiano per i rifugiati ed i richiedenti asilo.

Il secondo, quello del ministro Salvini, è il modello dell’esclusione e della chiusura, che considera l’altro, il migrante, il diverso, come nemico da respingere, erigendo muri, bloccando le navi in mare, criminalizzando chi salva o accoglie.

Riace – prosegue il comunicato – rappresenta un esempio concreto e realizzato di porre un argine alla barbarie. Commette però, per il solo fatto di esistere, un crimine insopportabile. Dimostra, cioè, che il progresso sociale dell’uomo può avvenire nella Regione più povera ed arretrata d’Europa, al di fuori delle logiche mercantili e, nel contempo, che la cultura occidentale, che qualcuno in Italia ed in Europa vuole difendere con i fili spinati, con le ruspe o la messa al bando dei libri, si costruisce solo se si abbattono le frontiere e si apre la porta al prossimo. Riace è oggi avanguardia della nostra civiltà.

Si è deciso, pertanto che, di fronte a questa alternativa e rispetto al tentativo di chiudere lo Sprar di Riace, liquidando così quella esperienza, è necessario scegliere, non si può restare indifferenti ed impegnarsi in prima persona.

La Comune di Riace intende, infatti, avviare su tutto il territorio calabrese iniziative pubbliche che coinvolgano le assisi comunali e tutti i cittadini, in modo da avviare una discussione ampia sul Modello Riace e sulle politiche nazionali di accoglienza, perché nessuno possa dire ‘Io non sapevo’”.

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