In qualità di rappresentante legale della clinica Vincenzo Cascini non poteva essere eletto sindaco di Belvedere Marittimo.
BELVEDERE MARITTIMO – Vincenzo Cascini non poteva essere eletto sindaco del Comune di Belvedere Marittimo.
Lo sostiene il gruppo di minoranza Belvedere città futura. Il 27 aprile, data ultima di presentazione delle candidature, infatti, il neoeletto sindaco era amministratore unico e, soprattutto, legale rappresentante della casa di cura Cascini Srl.
Ciò costituisce una causa di ineleggibilità, in base a quanto statuito dal paragrafo 9 del comma 1 dell’articolo 60 del Testo unico degli enti locali.
Questo comma è stato parzialmente dichiarato incostituzionale da una sentenza della Corte Costituzionale, la 27 del 6 febbraio 2009, ma resta salvo il principio per il quale non può essere eletto sindaco il legale rappresentante di una struttura convenzionata con l’azienda sanitaria locale in cui il comune ricade.
La sua – è la logica della regola – sarebbe una posizione avvantaggiata rispetto agli altri competitori, per via dei rapporti particolari con l’elettorato.
Vincenzo Cascini, insomma, avrebbe dovuto rinunciare alla sua carica di rappresentante legale della clinica, come in effetti è successo, ma – contestano i consiglieri di minoranza – troppo tardi.
Le modifiche alla sua posizione sarebbero state presentate solo il 3 giugno.
Quindi il gruppo, costituito da Barbara Ferro, Agnese Fiorillo, Eugenio Greco e Daniela Tribuzio hanno espresso voto contrario alla convalida di Cascini nel consiglio del 13 giugno 2019 e chiesto che il loro documento “venga trasmesso al prefetto di Cosenza per le consequenziali determinazioni”.
Non sarebbero dunque esclusi strascichi di natura giudiziale dopo l’esito delle elezioni del 26 maggio scorso.