L’ex sindaco di Paola non si scompone e chiarisce alcuni punti dell’inchiesta che lo coinvolge con Sbano, Cupello, Lenti, Pavone, Forte e Vigliotti.
PAOLA – Dopo cinque anni di amministrazione di Centrodestra è stata notificata nei giorni scorsi la conclusione dell’indagine congiunta tra carabinieri della compagnia di Paola e guardia di finanza. Sono sette gli indagati.
Oltre all’ex sindaco del Comune di Paola, Basilio Ferrari, ci sono l’allora vicesindaco Francesco Sbano e l’ex assessore Marco Cupello.
Due reggenti dell’Utc, Fabio Pavone e Antonio Vigliotti, l’allora responsabile di Lao Pools, Marcelo Forte, e l’imprenditore Silvestro Lenti.
Le accuse sono varie. E riguardano atti dell’attività amministrativa e fatti accaduti durante la stessa. Un’attività amministrativa che è stata messa sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. Dal capitolo principale emergono diversi stralci.
Ferrari, in ogni caso, per dovere di informazione spiega: “Non c’è alcuna richiesta di rinvio a giudizio che mi riguarda. E non sono indagato per concussione.
C’è un’indagine che mi riguarda – aggiunge -, ma è relativa esclusivamente all’emissione di due ordinanze contingibili e urgenti emesse in qualità di sindaco. Nell’ambito dello stesso procedimento, dopo accurate indagini, sono già state richieste nei miei confronti diverse archiviazioni in riferimento ad altre ipotesi.
Vale la pena ricordare che gli avvisi di garanzia servono ad offrire all’indagato la possibilità di produrre elementi in suo favore ma sfuggiti all’indagine.
Esprimo totale fiducia nei confronti di coloro i quali conducono le indagini con grande competenza e professionalità”.
E chiude: “In qualità di sindaco sono stato coinvolto in altri procedimenti che, una volta accertata correttezza e bontà dell’operato, si sono conclusi tutti con l’archiviazione o con l’assoluzione perché il fatto non sussiste, pertanto sono certo che anche queste ipotesi residue saranno chiarite e probabilmente definite senza nemmeno la necessità di celebrare un processo”.