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Caporalato e lavoro nero in provincia di Cosenza, 8 denunce

Nel mirino della finanza soggetti indagati per i reati di intermediazione illecita di manodopera, lavoro nero e indebita percezione del Reddito di cittadinanza.

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COSENZA – Otto persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Castrovillari dalla guardia di finanza per i reati di intermediazione illecita di manodopera (caporalato), lavoro nero e truffa ai danni dello Stato per indebita percezione del Reddito di cittadinanza.

In azione sui luoghi di lavoro il litorale dell’Alto Ionio cosentino i militari della tenenza di Montegiordano.

Denunciati due caporali, uno per reclutamento e uno in qualità di titolare di azienda agricola, per utilizzo e impiego illegale di manodopera. I due rischiano il carcere da uno a sei anni e una multa da 500 a 1000 euro per ciascun lavoratore reclutato.

Gli operai reclutati erano costretti a lavorare senza protezioni e venivano pagati una miseria.

Scoperti 10 lavoratori in nero e 6 irregolari, di cui 1 straniero sprovvisto di permesso di soggiorno, intenti a prestare la propria attività lavorativa presso alcune strutture turistiche del territorio.

Due dei lavoratori irregolari sono inoltre risultati percettori di Reddito di cittadinanza e quindi segnalati all’autorità giudiziaria. Rischiano fino a 7 anni di carcere.

“In particolare – informano dal comando provinciale di Cosenza della guardia di finanza –, uno dei soggetti percettori di Rdc lavorava in un lido come guardiano notturno, mentre l’altro presso un esercizio di generi alimentari.

Per i titolari delle attività commerciali sottoposte a controllo sono state irrogate sanzioni amministrative pari a 19 mila 800 euro, per l’impiego dei lavoratori in nero”.

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