Proteggeranno un nuovo ripascimento dell’arenile. Dalla Regione via libera al cambio di progettazione. Si attende il decreto ministeriale di finanziamento.
TORTORA – La Regione Calabria ha accolto la richiesta del Comune di Tortora per modificare la tipologia di interventi per frenare l’erosione costiera.
“A giorni dovremmo avere il decreto del Ministero dell’Ambiente di finanziamento per il progetto esecutivo”, ha confermato il sindaco Pasquale Lamboglia.
La questione era incentrata su interventi per 2 milioni 600mila euro per realizzare – come da modifica richiesta dall’ente – un nuovo ripascimento protetto da barriere soffolte e non la realizzazione dei cosiddetti “pennelli” in mare.
Ora si attende che il tutto venga inserito nel Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (Rendis). Ovvero, l’archivio online dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) degli interventi di questo genere con elencazione delle opere e delle risorse impegnate.
Novembre, è sempre un mese buono a Tortora per parlare di erosione, soprattutto in occasione di mareggiate che incidono sull’abitato e sul Lungomare Sirimarco.
Infatti, esattamente un anno fa Lamboglia diceva a Infopinione: “Riteniamo sia necessario effettuare un nuovo ripascimento e proteggerlo con delle barriere soffolte, che sono opere meno invasive rispetto ai cosiddetti ‘Pennelli’.
Per capirci, quelli che sono stati fatti in posti come San Lucido, e abbiamo visto, purtroppo, quali siano stati i risultati.
Le barriere soffolte sono da preferire – aveva poi aggiunto – perché garantirebbero anche il flusso di materiale verso Praia a Mare”.
Inoltre, risale a novembre del 2017 la richiesta ufficiale del primo cittadino tortorese all regione per il cambio di progettazione.
Da sempre, si chiede di fare in fretta: è dal 2012, infatti, che al territorio del Tirreno cosentino, da Tortora e Belvedere Marittimo, erano stati assegnati ben 4 milioni di euro per la messa in sicurezza della costa, nell’ambito dell’Accordo di programma Difesa del suolo finanziato dal Cipe.
Ma, dopo 7 anni, non si è ancora mosso un solo granello di sabbia in tal senso.