Questa la posizione del gruppo dopo l’arresto del sindaco Licursi nell’operazione Ghost work. “Hanno invece preferito convocare un consiglio comunale su 12 punti”.
SCALEA – I consiglieri comunali di Scalea avrebbero dovuto dimettersi all’indomani dell’arresto del sindaco Gennaro Licursi con l’accusa di truffa ai danni dello Stato in relazione al suo ruolo nell’Asp di Cosenza.
La pensa così l’associazione Scalea Europea e lo fa sapere attraverso un comunicato nel quale si sostiene una considerazione di natura politica.
“Pur comprendendo il momento delicato, sia per quanto accaduto, sia per le importanti scadenze soprattutto riferite al bilancio comunale – scrivono -, ci aspettavamo un atto di responsabilità da parte di tutti i componenti del consiglio comunale, ovvero le dimissioni.
Invece, piuttosto che valutare tale ipotesi si convoca un consiglio comunale con ben 12 punti all’ordine. Una scelta che riteniamo inopportuna e irrispettosa della cittadinanza.
Ci auguriamo che nelle prossime ore i rappresentanti istituzionali della città, maggioranza e opposizione, intraprendano la strada dell’onestà intellettuale e dell’etica politica che in questi casi dovrebbe imporre di restituire nel più breve tempo possibile il giusto valore ai principi di rappresentatività democratica”.
E su Licursi, in particolare: “Le dimissioni del consiglio comunale – specificano da Scalea Europea -, venuta a mancare la figura del sindaco per le gravi ipotesi di reato a lui contestate garantirebbe a quest’ultimo di esercitare il suo diritto di difesa in totale serenità, ai consiglieri in carica di dare un segnale concreto di voler ripristinare principi democratici riconsegnando nel più breve tempo possibile alla cittadinanza gli strumenti della partecipazione popolare evitando giochi di potere che mai come in questo momento non porterebbero benefici alla collettività”.