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Personale positivo ma in servizio? Sindaco sporge querela

Il particolare nello sfogo del dipendente di una Rsa in quarantena obbligatoria dopo il primo positivo a Tortora: “Voglio tornare a lavoro”.


TORTORA – “Ci sono dei miei colleghi che svolgono le mie stesse mansioni in altre cliniche e Rsa che pur di garantire la continuità dei livelli assistenziali previsti sono costretti a lavorare anche in condizioni di positività al Covid-19 asintomatici”.

Questa frase, contenuta in un lungo post pubblicato su Facebook, ha indotto il sindaco di Tortora, Pasquale Lamboglia, a rivolgersi ai carabinieri.

L’autore del post è un dipendente della Residenza sanitaria per anziani San Francesco di Paola di San Nicola Arcella.

“Oggi – dichiara il primo cittadino – ho informato il maresciallo della stazione di Praia a Mare e ho consegnato una segnalazione-esposto su quelle parole”.

Lamboglia ha dunque ritenuto fosse necessario che di quanto ipotizzato in quel post si occupassero le forze dell’ordine. Va precisato che l’autore dello scritto non ha specificato se i fatti denunciati siano accaduti in strutture del territorio.

“Bisogna comunque indagare”, ha aggiunto Lamboglia.

L’autore del post sostiene di essere una delle persone sottoposte a quarantena obbligatoria con ordinanza del sindaco a seguito dell’accertamento del primo caso di positività al Covid-19 di un residente nel comune di Tortora.

Da quel 31 marzo, sarebbe intervenuta – sostiene l’operatore sanitario – la sua negatività al Covid-19, accertata – aggiunge – dai test effettuati.

Un particolare che è stato confermato anche dal direttore della struttura di San Nicola Arcella, anch’egli intervenuto nella discussione. “I tamponi sono negativi”, ha scritto.

Ma questa circostanza non sarebbe stata comunicata al Comune di Tortora, stando a quanto riferitoci dal sindaco.

“Non ufficialmente – ci ha risposto Lamboglia –. In ogni caso, il numero dei tamponi fatti sarebbe talmente esiguo rispetto agli ospiti che, anche su consiglio dell’Asp, non si è ritenuto procedere a revoche”.

L’ordinanza parla di periodo di durata della quarantena obbligatoria presso il proprio domicilio per 14 giorni.

L’operatore sanitario al centro di questa vicenda ha esposto la sua insofferenza alla misura restrittiva per provvedere ai bisogni dei suoi familiari, anch’essi in quarantena obbligatoria.

Ma anche per tornare al suo lavoro, in una struttura – ha scritto – i cui ospiti necessitano di continuità assistenziale, essendo soggetti particolarmente deboli.

Adesso, in qualità di primo cittadino vuole fare chiarezza e risolvere la questione?”, l’appello finale dell’operatore sanitario.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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