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Fase 2: per la Calabria neanche un caffè

LOSCRIVITÙ ||| “Troppe e sospette energie profuse contro un’ordinanza in una regione, la Calabria, che non è la Lombardia” dice Raffaele Papa.

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DI RAFFAELE PAPA*

TORTORA – Dopo vari e contraddittori Decreti emessi e tutta l’incertezza e inquietudine generata, il Governo impugna l’ordinanza del Presidente della Regione Calabria, Joe Santelli.

Bene, se l’obiettivo è tutelare salute e interessi dei cittadini calabresi che si proceda pure.

Premetto di non avere alcun interesse politico né contro, né a favore del Governo e nemmeno della Santelli, ma da semplice cittadino e consigliere comunale di un piccolo comune vorrei sapere, di grazia, perché il Governo rappresentato anche dal ministro Boccia perde tempo e risorse per questa ordinanza e:

– non ha fatto né fa nulla per garantire con atti concreti la tutela sanitaria a tutti noi ?

– perché non fa nulla per aprire gli ospedali visto che ha commissariato la sanità calabrese?

– perché non invia respiratori, tamponi, mascherine, materiale sanitario per screen collettivo a tutti i comuni?

– perché non ha obbligato e diffidato le banche, chiedendo solo un atto di amore, al fine di erogare alle imprese quanto richiesto e previsto dallo stesso governo?

– perché non ha obbligato e diffidato l’Inps a dare a chi non lavora da due mesi, quanto dallo stesso governo previsto?

– perché lo stesso governo, se gli stava a cuore la salute di tutti noi, non ha evitato l’esodo generalizzato dal nord verso il sud e la Calabria?

– perché non ha diffidato e impugnato le ordinanze di altre Regioni per averne emesse di similari?

– perché il governo anziché ringraziare la Calabria e i calabresi per il comportamento avuto in questi mesi, li mette sotto accusa e non verifica quanto gravemente accaduto nelle altre regioni italiane?

Francamente non comprendo tale accanimento, considerato che il provvedimento della Santelli, fermo restando tutte le prescrizioni possibili, ha prioritariamente lo scopo di iniziare a smuovere l’economia e far respirare aziende e lavoratori.

Il ministro e il Governo avrebbero potuto raccomandare maggiore attenzioni ed eventuali altri accorgimenti di natura sanitaria. Invece no, hanno voluto lo scontro senza tenere conto della differenza che esiste tra la Calabria e le altre regioni sia a livello di contagi che dal punto di vista sociale ed economico.

Certamente né il governo, né Boccia risponderanno mai a quanto chiesto, loro stanno nel palazzo e dal palazzo non sentono nulla, soprattutto i lamenti di chi ha poco o nulla per vivere e soprattutto poco per pensare al futuro.

Il rammarico è tanto perché gli uomini di Stato, come lo è un ministro, più che fare speculazione politica, dall’alto dei loro posti da nababbi, dovrebbero proteggere, tutelare e fare gli interessi di coloro che attualmente non percepiscono nemmeno la miseria.

Del resto, anche se rimane la possibilità di aprire le attività, non credo che siano in molti ad aderire, sia per i costi e sia perché la paura è ancora tanta. Aprendo oggi non si guadagna ma si perde, però bisogna che qualcuno inizi altrimenti non se ne esce più solo con le chiacchiere.

Ah, dimenticavo, il ministro Boccia guadagna circa 20 mila euro al mese da deputato oltre allo stipendio da membro del Governo, insieme alla sua consorte De Girolamo che da lezioni su La7 da Giletti (dicendo che vuol bene ai calabresi), ex parlamentare, che forse già percepisce il vitalizio previsto, quindi figuratevi se potevano trovare una soluzione alternativa per dare lavoro a chi davvero ne ha bisogno.

Ma questo è lo Stato, che si arroga il diritto di tenerci chiusi e per vivere di arrangiarci, sempre che siano d’accordo.

*consigliere comunale di Tortora


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