L’amministrazione comunale in conferenza sulle misure anticovid. Forniti anche chiarimenti sul limite massimo di 3 persone nelle seconde case.
PRAIA A MARE – Tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente di Praia a Mare.
Sono queste le direttrici che hanno ispirato la linea adottata dall’amministrazione comunale di Praia a Mare per contrastare l’epidemia di Coronavirus in atto in Italia.
Lo ha detto il sindaco Antonio Praticò, nel corso di una conferenza stampa convocata nel pomeriggio di ieri, sabato 13 giugno 2020, e annunciata come momento per chiarire la connessione tra il Covid-19 e la presenza di un Sito di interesse comunitario.
Nella sala consiliare era presente l’amministrazione comunale al completo e i rappresentanti di alcune testate giornalistiche locali, tra cui i colleghi di Radio One Scalea che hanno realizzato una diretta live su Facebook per permettere a un ampio pubblico di seguire l’evento.
C’eravamo anche noi e abbiamo provato a chiarire alcuni aspetti particolari relativi alle misure che, con le sacrosante motivazioni già citate, sono state adottate per regolare alcuni aspetti della vita economica praiese in vista dell’estate 2020.
Seconde case: il faro di riferimento è il decreto del 1975
A margine della conferenza stampa abbiamo chiesto al sindaco di rispondere a un quesito riferito alla ordinanza con la quale è stato regolata l’attività alberghiera ed extra alberghiera.
Una domanda che, in particolare, è stata posta da molti proprietari di seconde case e relativa al limite di 3 adulti per appartamento.
“È molto semplice – ci ha risposto Praticò –. Rimando al decreto del Ministero della Sanità numero 190 del 5 luglio 1975.
Dice che in una stanza di 9 metri quadrati può starci una sola persona, in una di 14 ce ne vanno due, e sono tre persone, oltre ai bambini” e ai disabili individuati dalle legge 104 del 1992, come precisato nell’ordinanza del sindaco.
“Queste – ha sottolineato – sono norme urbanistiche valide in tutta Italia, non lo dice il Comune di Praia a Mare.
Se quelle stanze sono da 9 e 14 più 2 bambini sono 4 persone. Ecco fatta una possibile composizione replicabile poi per ogni singolo appartamento.
Come c’è il superamento di queste persone, quelle in più devono uscire fuori dalla casa, non ci possono andare.
È una questione che negli anni, e io ci sono dagli Anni ’80 – ha poi proseguito nella risposta – non c’è mai stata osservanza in tal senso. Le commissioni edilizie, l’unica cosa che guardavano attentamente erano i metri quadrati delle stanze, perché da quelle dimensioni scaturiva l’abitabilità.
Perché il limite di 3 è un esempio – ha anche detto Praticò –. Questa è la verità: non le strumentalizzazioni che si sono lette.
E la prova è che 14 mila persone lo hanno capito” e ha indicato 3 faldoni contenenti le comunicazioni giunte all’ente per l’utilizzo delle seconde case.
“Gli unici che non lo hanno capito – ha poi aggiunto – sono coloro che, nel periodo estivo, affittano le case e ci mettono dentro quello che sapete tutti. Prova ne è la mole di verbali elevati l’estate scorsa dalla polizia municipale, alcuni anche fino a 4700 euro, per sanzionare quello che è stato trovato nelle case.
Abbiamo deciso di adottare questa la linea per il bene della collettività e andremo avanti così. Questo discorso è chiuso. Vedete il decreto, quello che dice e regolatevi con quello che c’è scritto”.
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Regole stringenti per via della “Verginità immunitaria”
È stato inoltre spiegato un concetto fondamentale che ha ispirato a sua volta regole molto stringenti. A farlo è stato Pasquale Fortunato, assessore alla Sanità del Comune di Praia a Mare.
L’amministratore e medico ha fatto riferimento ai dati emersi dalla indagine di sieroprevalenza svolta sul territorio con finalità di screening e studio epidemiologico. Su 1000 cittadini testati, il 99,9% sono risultati negativi al test anticorpale rapido.
“Da noi – ha detto Fortunato nel suo intervento – il virus non ha circolato. Quindi, la nostra comunità è ‘vergine’ dal punto di vista immunitario.
Questo dato, da un lato è positivo, ma deve suscitare preoccupazione. Da un punto di vista medico noi dobbiamo preoccuparci rispetto a regioni o comunità nelle quali si sono registrate percentuali di positivi del circa il 70% della popolazione.
Questo perché, se tutti in una comunità sono negatitivi, bastano 10 soggetti provenienti da quelle zone in cui il virus ha avuto una alta circolazione per provocare il danno, proprio perché il virus colpisce soggetti che da un punto di vista immunitario non sono protetti.
Immaginatevi cosa potrebbe succedere se questo dovesse avvenire in piena estate: ci porterebbe alla chiusura del paese”.
Fortunato ha poi anticipato che una nuova indagine sierologica sarà effettuata a settembre “per testare in particolare gli operatori dei pubblici servizi. Invito tutti a non abbassare la guardia. Noi non lo faremo perché pochi considerano che chi amministra e sbaglia può essere esposto all’accusa di epidemia colposa”.