LOSCRIVITÙ ||| La testimonianza di una giovane del territorio uscita con la sua famiglia da un tunnel di dolore grazie allo Sportello La Ginestra.
DI VITTIMA DI VIOLENZA DOMESTICA*
DIAMANTE – Sono una ragazza di 26 anni, abito nell’Alto Tirreno cosentino e ho deciso di mettere nero su bianco la mia storia e quella della mia famiglia, una storia di violenza domestica.
I miei genitori si sono sposati molto giovani, probabilmente l’hanno fatto con l’incoscienza della giovane età e infatti il loro matrimonio è stato sempre burrascoso a causa del cattivo comportamento di mio padre che, spesso ubriaco, maltrattava sia mia madre che i miei fratelli e le mie sorelle.
Sin dai primi anni di matrimonio, mio padre offendeva mia madre: la umiliava, la minacciava sia davanti a noi che oltre le mura domestiche. Tant’è che spesso eravamo costretti a chiamare le forze dell’ordine.
Mia madre pensava sempre che lui potesse cambiare, ma non è mai stato così perché continuava a maltrattarla. Prese il vizio di giocare d’azzardo e non aiutava neanche più economicamente la famiglia.
Mentre lei faceva la buona moglie, lui si disinteressava sempre di più della sua famiglia, continuando a fare la sua vita e a lamentarsi di qualunque cosa.
Un giorno, alla fine dell’ennesima litigata, mia madre si decise a chiedere il divorzio. Ormai esausta, si rivolse ad un avvocato della zona. Mentre aspettavamo l’iter burocratico, mio padre calmò i suoi comportamenti e nel frattempo a nostra insaputa il divorzio fu archiviato.
Ma io vidi una parvenza di normalità e quasi me ne dimenticai. Però questa calma durò solo un paio di anni, i suoi comportamenti peggiorarono ulteriormente e i problemi aumentarono. Era diventato impossibile condividere le mura domestiche con lui, ma mia madre ormai era completamente rassegnata.
Per fortuna sono venuta a conoscenza dello Sportello “La Ginestra”, così ne ho subito parlato con mia madre e ci siamo recate lì, con la speranza di ritrovare la calma, la pace e la serenità che ci sono sempre mancate.
Non sopportavamo più la violenza di nostro padre su nostra madre che, come ho detto prima, da anni subiva maltrattamenti. Era un continuo litigare. Ingiurie pesanti, percosse, mortificazioni, minacce era quello che accadeva tutti i giorni tra le nostre mura.
Insultava e minacciava di conseguenza anche noi figli. Non avevamo un po’ di pace, solo timore che arrivasse a casa e avrebbe iniziato ad arrabbiarsi con noi senza alcun motivo.
Grazie a questo sportello finalmente, dopo anni lunghi e duri, abbiamo ritrovato il sorriso e la serenità ormai vietata, abbiamo provato di nuovo il piacere di stare insieme sul divano a guardare un film senza le sue urla, il piacere di andare a dormire sereni senza la paura che potesse di nuovo picchiare nostra madre.
Per noi è stata come una vittoria perché era lui la persona da cui dovevamo proteggerci e la cosa più giusta da fare era quella di dividerci e di iniziare una nuova vita, di tornare ad essere una famiglia normale: quella che ormai io non riuscivo più a vedere.
È stato essenziale l’aiuto dell’avvocato Teresa Sposato che ci ha dato la forza di andare avanti. Anche quando noi non ci credevamo più, lei era pronta a risollevarci il morale.
Ha subito preso a cuore la nostra storia, non solo la nostra causa, e si è sempre data da fare. Ha creduto a quello di cui noi ci eravamo rassegnati e in pochi mesi ha messo fine ad un’agonia durata tantissimo tempo.
Teresa Sposato non è solo un magnifico avvocato ma una persona dal cuore d’oro. Credo che sia solo grazie a questo sportello e a Teresa che sono riuscita a vivere. Vivere davvero, come in una famiglia normale.
Spero che questo mio racconto possa servire a chi vive la mia stessa situazione, a prendere subito coraggio e rivolgersi a questi sportelli, che sono importantissimi per uscire da questo tunnel della violenza e dove è possibile ritrovare la serenità.
Se anche voi vivete una situazione del genere non aspettate ulteriore tempo rivolgetevi a chi vi può aiutare.
*Una giovane figlia di una donna vittima di violenza domestica