Accusato di detenzione illegale di armi dopo perquisizione domiciliare ma non è indagato nell’ambito dell’omicidio.
Il padre di Andrea Renda, ritenuto l’assassino della badante bulgara Anelya Dimova, è stato arrestato dai carabinieri per detenzione illegale di armi.
L’uomo, 66enne, non è coinvolto nelle indagini per l’uccisione della donna, ma le accuse a lui mosse sono emerse a seguito della perquisizione svolta dall’Arma presso il proprio domicilio.
Lo scorso 17 settembre, mentre indagavano sul figlio, i carabinieri hanno trovato una pistola 98FS con matricola abrasa, due caricatori con 30 cartucce 9×21, un fucile doppietta calibro 16 e 10 cartucce per fucile.
All’arrivo nell’abitazione dei carabinieri, il 66enne ha trovato una scusa per andare in camera da letto. Qui avrebbe preso la pistola, contenuta in un borsello, e sarebbe uscito in giardino da una finestra.
Si è però imbattuto nei carabinieri che controllavano l’esterno dell’abitazione ed è stato bloccato.
Dalla perquisizione, sempre in camera da letto, sono spuntati poi i proiettili per il fucile, che è stato trovato nascosto nel bagagliaio dell’automobile dell’uomo.
Informata la Procura della Repubblica di Paola, il 66enne è stato arrestato e portato in carcere a Paola
Nel corso dell’udienza di ieri, 18 settembre 2020, l’arresto è stato convalidato e l’uomo è rimasto in carcere.