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Pulizie e servizi all’ospedale di Cosenza, arrestate quattro persone

Ai domiciliari dirigenti della società appaltatrice. Il pubblico ha pagato 3 Mln per servizi mai resi. Netturbini usati come Oss. Indagati anche 5 funzionari che non controllavano ma liquidavano.

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Quattro persone sono state arrestate oggi e poste ai domiciliari nell’ambito di una operazione della Procura di Cosenza denominata Silence.

Si tratta di funzionari e dirigenti della società aggiudicataria dell’appalto delle pulizie e dei relativi servizi integrativi dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

Sono accusati dei reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture.

Carabinieri e guardia di finanza hanno eseguito anche un sequestro preventivo per equivalente, nei confronti anche di un ulteriore indagato, per un importo complessivo di 3 milioni 92 mila 416,04 euro.

Nello stesso procedimento la procura ha anche chiesto l’interdizione dai pubblici uffici per cinque funzionari e dirigenti della stessa azienda ospedaliera.

Sono accusati dei reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Il Gip deciderà in merito dopo i loro interrogatori, già fissati.

Allo stesso modo deciderà sulla richiesta del sequestro di somme e di incapacità a contrattare con la Pubblica amministrazione per la società al centro dell’appalto.

Nel 2018 erano emerse gravi carenze igienico sanitarie nell’ospedale di Cosenza ed era stato necessario sequestrare alcune sale operatorie, reparti ospedalieri e altri locali.

Le indagini successive si sono concentrate quindi sul bando di affidamento del servizio di pulizia indetto dalla Regione Calabria.

“Dal lavoro degli investigatori – si legge in una nota della Procura – emergeva un quadro allarmate soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario, a causa dell’assoluta inadeguatezza, sia sul piano quantitativo che
qualitativo dei servizi svolti dalla società affidataria dell’appalto.

A ciò si aggiungeva l’indebito arricchimento per la società realizzato attraverso le condotte degli indagati, destinatari di misura cautelare personale, nei loro ruoli di referenti locali e dirigenti nazionali della società, aggiudicataria dell’appalto delle pulizie, che, mediante artifici
e raggiri consistiti nell’aver prodotto dati non veritieri, sono riusciti ad ottenere il pagamento di ore di lavoro relative a servizi integrativi e complementari mai effettuate per un ammontare di 3.092.416,04 Euro“.

I fari dell’indagine sono stati puntati sui meccanismi contabili

“Ne emergeva un’evidente sproporzione tra le ore di lavoro effettuate dai dipendenti della ditta appaltatrice e quelle effettivamente pagate dall’Azienda ospedaliera”.

Non rari i casi in cui i primari dei reparti hanno denunciato alle forze dell’ordine la qualità del servizio.

In alcuni casi documentati risulta che il servizio di igiene e cura della persona, da affidare agli Operatori socio sanitari, di fatto venivano svolte anche da personale addetto alle pulizie.

Agli oltre 3 milioni di euro truffati tra il 2014 e il 2018 va aggiunto 1 milione 300 mila euro di fatture non ancora pagate, in ordine alle quali
la società ha avanzato azione civile esecutiva nei confronti dell’Azienda ospedaliera.

Su tutto, quasi totalmente nullo il controllo dei funzionari pubblici, ora indagati, che liquidavano fatture per i servizi mai resi.


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