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Vaccini Covid a parenti e amici: Cesareo incastrato dalle intercettazioni

Procura di Paola e Nas: “Documentati almeno 6 casi, ma non escludiamo che ce ne siano altri”. Accertamenti ancora in corso.

bigmat fratelli crusco grisolia

Nelle intercettazioni svolte dagli inquirenti su Vincenzo Cesareo sono emersi almeno 6 casi in cui il vaccino anti Covid-19 sarebbe stato somministrato a persone che non ne avevano titolo.

Le illecite somministrazioni sarebbero avvenute nell’ospedale Iannelli di Cetraro.

Non personale sanitario, insomma, né tanto meno anziani ricoverati nelle case di riposo. Ma amici e, in un caso specifico, un parente del direttore dello Spocke Paola Cetraro.

È quanto hanno riferito nel corso di una videoconferenza con la stampa Pierpaolo Bruni e Vincenzo Pappalardo, procuratore capo di Paola e maggiore dei Nas di Cosenza.

Inoltre – hanno chiarito -, era lo stesso Cesareo che invitava i soggetti a beneficiare delle prestazioni sanitarie.

Il tono delle frasi dell’indagato erano del tipo: “Porta chi vuoi, lo facciamo a tutti”.

Ciò, in particolare riferimento ai tamponi molecolari svolti, questi ultimi, eludendo la rete territoriale e le procedure necessarie, compresa la delicata fase del contact tracing.

Sia Bruni che Pappalardo hanno confermato le impressioni dei cronisti: in un regime di “dosi di vaccino contate”, ogni dose fatta a chi non ne ha diritto è sottratta ai legittimi destinatari.

Ovvero medici, infermieri, personale sanitario impegnato in prima linea o anziani che, come è acclarato, sono i principali bersagli della mortalità del virus

Le indagini proseguono

“Anche questa mattina – ha detto il procuratore capo – i Nas stanno acquisendo documentazione per l’identificazione dei soggetti coinvolti”. La lista degli indagati potrebbe quindi allargarsi nelle prossime ore.

Quanto a Vincenzo Cesareo, come già riferito, il giudice per le indagini preliminari ne ha disposto la sospensione dal lavoro per 12 mesi. La misura è scattata proprio questa mattina. 

Ma la procura di Paola aveva chiesto per evitare che i reati contestati venissero ripetuti. “Abbiamo chiesto l’arresto – ha detto Bruni – per la gravità delle condotte, per il quadro indiziario e per chiare esigenze cautelari.

Tuttavia il Gip, pur riconoscendo la gravità rilevante delle condotte, ha invece ritenuto sufficiente la sospensione dall’attività per l’indagato”.

L’uso a fini personali dell’auto aziendale

Le indagini sulle condotte di Cesareo sono partite 10 mesi fa per il presunto reato di peculato in merito all’uso, per fini personali, dell’automobile di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. 

La usava quotidianamente – ha specificato il maggiore Pappalardo -. In alcune circostanze il direttore dello Spoke è stato fermato dalla polizia mentre si spostava  con l’auto aziendale anche in compagnia di soggetti non dipendenti dall’Asp.

In alcune di queste occasioni – ha aggiunto – si è giustificato dicendo che si stava recando a effettuare dei tamponi a domicilio e si sottraeva così ai controlli”.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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