Un decreto del commissario parla nuovamente di Casa della salute, ma è bene prendere le cose con le pinze, visto che non è nemmeno un ospedale.
Una Casa della salute per Praia a Mare?
Il territorio oggi si è risvegliato lamentando l’ennesima ingiustizia in conseguenza di un nuovo decreto emanato dal commissario ad acta del Piano di rientro dal deficit finanziario della Sanità della Regione Calabria, Guido Longo.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Il nuovo decreto del commissario Longo
Il decreto in questione risale al 18 febbraio 2021 ed è il Dca numero 31 dal titolo “Linee guida regionali per l’adozione degli atti aziendali“.
Si tratta quindi di un documento che indica all’aziende sanitarie provinciali calabresi come muoversi nell’adottare il loro atto aziendale. Ovvero, lo strumento che le Asp deliberano per stabilire la propria organizzazione.
Al decreto di Longo è stato associato un allegato che entra meglio nello specifico, delineando ad esempio come è intesa strutturata la “piramide” del Sistema sanitario regionale, con indicazione di competenze e funzioni.
In questo allegato, nella parte dedicata alla cosiddetta area territoriale, viene precisato che, a sua volta, l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza è suddivisa in 6 distretti sanitari.
Nel primo di questi distretti, denominato D1 e che corrisponde con l’area geografica del Tirreno della provincia di Cosenza, risultano due ospedali, il San Francesco di Paola e il Iannelli di Cetraro, e una Casa della salute, quella di Praia a Mare.
Nel decreto, Longo ha inoltre precisato che lo stesso “modifica e integra sensibilmente ogni precedente statuizione al riguardo e che,
pertanto, per ragioni sistematiche, sostituisce integralmente” il precedente decreto del 2015 sempre sulle linee guida per adottare gli atti aziendali.
Praia a Mare, ospedale o casa della salute?
Per la sua natura organizzativa e indicativa, il Dca non ha tecnicamente trasformato la struttura di Praia a Mare in una Casa della Salute. Questo avviene con altri documenti, come il riordino della rete ospedaliera, ad esempio.
Ma lo stesso deve suonare un campanello d’allarme poiché questo documento disegna il “recinto” entro il quale i commissari delle asp devono muoversi.
Lo stesso vale anche per Trebisacce, che figura come Casa della salute, quando invece recentemente il Consiglio di Stato ha disposto un ennesimo atto, questa volta dal carattere perentorio e “operativo”, per la riapertura a tutti gli effetti dell’ospedale Chidichimo.
Ma bisogna anche considerare che su Praia a Mare regna comunque, allo stato attuale, l’incertezza sulla reale funzione svolta dall’edificio di località Santo Stefano.
Sulla carta, infatti, da un punto di vista meramente burocratico, dovrebbe essere un ospedale di zona disagiata, come stabilito da un altro decreto del commissario ad acta del 2020.
Nella realtà, però, a Praia a Mare si continuano a registrare carenze di personale, reparti, servizi ed è un dato di fatto che non vengano gestite le emergenze urgenze, sempre dirottate verso Cetraro e Paola.
Sarà stucchevole, ma vale forse la pena ricordare anche le decisioni del Consiglio di Stato, mai realmente applicate, che avevano dichiarato illegittima la chiusura dell’ospedale di Praia a Mare e disposto la riformulazione della sua funzione per l’ospedale.
Cosa che, come è stato spesso detto da queste pagine, non necessariamente coincide con una riapertura.
Questo è lo stato delle cose per come siamo riusciti a ricostruirle. In giornata sono infatti attese novità da incontri che i rappresentanti politici del territorio hanno chiesto di avere con i commissari della Sanità calabrese, Guido Longo, e dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina.