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Scalea, tutti negativi i secondi tamponi su personale e ospiti del Punto Luce

Giorni fa era scattato l’allarme dopo la positività di un operatore. “Ora riapriamo in presenza, ma che dolore certe frasi sul nostro conto”.

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Sono risultati tutti negativi i secondi tamponi effettuati su educatori, personale, bambini e adulti che frequentano le attività del Puto Luce di Scalea, dopo la positività di un operatore.

In quella occasione, lo ricordiamo, il Comune di Scalea aveva emesso 95 ordinanze di quarantena.

“È ovvio che questo ci renda felici e sollevati – fanno sapere i curatori della struttura targata Save the children -, ma c’è qualcosa di più che ci conforta perché ci dimostra che le misure prese e con estrema attenzione applicate hanno consentito di bloccare il contagio”.

Tra queste misurazione della temperatura e utilizzo della mascherina, distanziamento e areazione naturale, disinfezione costante delle superfici e delle attrezzature, disinfezione mani, sanificazioni periodiche e tamponi di superficie, turnazioni in microgruppi, uso di divisori in plexigass per i tavoli più corti di due metri.

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Il Punto Luce di Scalea è frequentato da un centinaio di bambini e ragazzi e da 18 operatori e volontari.

“Il contagio – spiegano i gestori del centro -, è risultato non avvenuto nel Punto Luce e riferito a una persona presente tutti i giorni per 4 ore oltre che per riunioni.

Abbiamo appurato che non ha contagiato nessuno. Dobbiamo ringraziare prima di tutto lei – proseguono -, per aver operato nel pieno rispetto delle procedure.

La ringraziamo per la serietà con cui ha lavorato e le auguriamo di tornare presto operativa.

Grazie anche a Save the Children per il supporto logistico e finanziario, che ci ha consentito di adeguare i locali e renderli sicuri, per le forniture di prodotti e dispositivi.

Siamo inoltre grati al Csv di Cosenza, che ha contribuito, e anche le persone che ci hanno sostenuto con piccole donazioni.

Tutto questo ci ha permesso di sostenere le spese straordinarie e di non privare il territorio di una opportunità mai come ora preziosa, sia per il supporto allo studio e i laboratori formativi che per il presidio Dad in periodi di scuole chiuse.

Ultimo, ma non meno importante, un ringraziamento speciale alla nostra socia sostenitrice Angelina, titolare di un laboratorio di analisi, che ci ha regalato sanificazioni e tamponi di superficie.

Infine, vogliamo ringraziare i genitori per le parole di stima e di apprezzamento con le quali ci hanno ‘difeso’ in questi dieci giorni, in chat e nei discorsi che si facevano in giro.

Ma la cosa più vera che hanno dato è il segno della loro stima e fiducia consistente nell’affidarci la cosa più preziosa che hanno, perché hanno verificato coi loro occhi che è altrettanto preziosa per noi”.

Come spiegato dagli animatori dell’iniziativa sociale le “voci” su quanto avvenuto nei locali dell’Ecomuseo di Scalea che ospita le attività si sono rincorse, a volte anche in maniera “fantasiosa” e “catastrofista”.

“Lo capiamo – spiegano ancora i gestori del Punto Luce -. In questi tempi si perde a volte lucidità, ma ugualmente continuiamo a sperare che quando si parla ci si basi sempre su fatti e verità.

Ci auguriamo che chi parlava tanto per parlare oggi possa avere maggior contezza della realtà delle cose. È stato triste constatare che certe frasi siano arrivate perfino da un medico, che raccontava di un focolaio di 10 casi. Detto da un operatore sanitario, purtroppo, la frase è diventata ‘vera’ automaticamente”.

Infine una considerazione generale sull’attuale stato della pandemia.

“Il Covid-19 – commentano dal Punto Luce Scalea – è entrato nelle scuole, negli ospedali, negli uffici comunali, ovunque. Dopo 8 mesi di apertura, da giugno 2020, era improbabile non entrasse anche da noi.

È entrato. Non ha contagiato nessuno. Preghiamo che sia sempre così e ci impegneremo affinché il Punto Luce sia un luogo sicuro e protetto.

Ora, riapriamo in presenza e non solo online, con più convinzione di prima per non lasciare soli bambini e bambine, ragazze e ragazzi.

Per provare a lasciar sopravvivere alcuni dei tanti diritti che il Covid sta loro rubando”.

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