Impegno preso dopo l’intimidazione all’Arma: proposta l’occupazione della nuova caserma arenata nelle pastoie burocratiche.
Occupare l’edificio mai aperto della nuova caserma dei carabinieri di Cetraro e rimanere in occupazione fino a che il Governo non risolva il pasticcio burocratico che ha frenato l’opera.
È questo l’impegno principale che la piazza di Cetraro ha preso questa mattina nel corso della manifestazione voluta da Libera in segno di solidarietà all’Arma dei carabinieri dopo l’intimidazione compiuta ieri a danno del maresciallo D’Ambrosio.
Già da domani, l’idea espressa nella piazza cetrarese è di scavalcare le recinzioni e presidiare l’edificio fino a che da Roma chi di dovere sblocchi la questione.
Un “gesto vile”, come lo hanno battezzato in molti, quello compiuto ieri pomeriggio proprio di fronte l’attuale stazione dei carabinieri.
Un atto criminale avvenuto pochi giorno dopo gli arresti dell’operazione Katarion contro la cosca Muto di Cetraro condotta dalla Dda di Nicola Gratteri.
Una città come Cetraro, dove – è stato stimato – circa un quarto della popolazione è risultata indagata negli anni, non può permettersi un depotenziamento dei presidi di legalità.
Non “potrebbe”, è d’obbligo il condizionale. Alcuni anni fa è stato chiuso il posto di polizia, dipendente dal commissariato di Paola, e da anni si trascina la vergogna della nuova caserma dei carabinieri.
Realizzata molti anni fa da un privato, la struttura non è mai stata consegnata all’Arma per una serie infinita di intoppi burocratici.
La nuova sede non solo permetterebbe di elevare il grado da stazione a tenenza, con conseguente aumento della dotazione organica, ma possederebbe gli spazi idonei per attrezzature investigative che migliorerebbero il livello di controllo e contrasto della criminalità organizzata locale.