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Violenza contro le donne: intesa per parlarne nelle scuole con le nuove generazioni


A breve la firma di un protocollo tra sportello antiviolenza La Ginestra e le scuole superiori del Tirreno cosentino.

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Una massiccia campagna di sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne.

Questo l’obbiettivo del protocollo di intesa che sarà siglato nei prossimi giorni tra lo sportello antiviolenza La Ginestra di Diamante e le scuole secondarie di secondo grado comprese nel territorio da Praia a Mare a Paola.

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Primo appuntamento il 12 giugno, a partire dalle dieci al liceo Metastasio di Scalea, alla presenza del questore di Cosenza Giovanna Petrocca, dei dirigenti scolastici e di altre autorità civili e militari.

Durante la cerimonia, inoltre, sarà allestita una panchina rossa, divenuta oramai uno dei simboli universali della lotta contro la violenza sulle donne.

È previsto anche un intervento di Maria Antonietta Rositani, la donna che ha rischiato di morire bruciata dal marito e che dopo una lunga convalescenza e riabilitazione sta cercando di trasmettere un messaggio di speranza alle donne vittime di violenza invitandole a denunciare.

“In questo periodo caratterizzato dalla pandemia – afferma la presidente dello sportello, Teresa Sposato – il nostro centro non si è mai fermato, ma abbiamo comunque continuato a fornire supporto legale e psicologico alle donne vittime di violenza.

Solo le nostre campagne di sensibilizzazioni hanno subito una battuta d’arresto a causa delle restrizioni ma adesso è tempo di riprendere anche l’aspetto della comunicazione, soprattutto nei confronti dei più giovani, e per questo abbiamo deciso di coinvolgere le scuole e di avviare questo protocollo.

Solo parlando con le nuove generazioni di violenza sulle donne, dell’importanza di denunciare al primo schiaffo, della prevenzione, abbiamo la speranza di cambiare questa mentalità che ancora oggi miete troppe vittime.

Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di sinergia tra tutti: noi come sportello antiviolenza, le vittime, la società civile, la scuola, le istituzioni e le forze dell’ordine.

Solo così possiamo gettare le basi per costruire una società in cui non ci siano più vittime di violenza di genere”.

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