A carabinieri e amministratori ha raccontato di dovere raggiungere Cantù. Rimesso in sesto e sostenuto per proseguire verso la sua destinazione.

Ha vagato per una decina di giorni tra Sicilia e Calabria in cerca di aiuto per raggiungere la Lombardia prima di riceverne a Diamante.
È la storia di un giovane soccorso nelle scorse ore nella Città dei Murales da una pattuglia dei carabinieri della locale stazione, comandata da Danilo Guidi.

Ieri mattina, i carabinieri Francesca Burbo, Rodolfo Fracasso e Piero Pizzolante hanno raccolto la richiesta di aiuto del ragazzo. Era in difficoltà e ha raccontato di dover raggiungere Cantù e presentarsi in questura per un provvedimento.
Ha aggiunto di aver vagato con questo intento per 13 giorni tra Sicilia e Calabria senza ottenere aiuto.
Con i piedi feriti, gli indumenti strappati e in condizioni igieniche precarie ha finalmente trovato una mano tesa. I militari, dopo aver svolto accertamenti sul ragazzo, hanno provveduto alle necessarie cure mediche, a fargli fare una doccia e a rifocillarlo.
Inoltre, hanno acquistato per lui indumenti, una borsa e dispositivi di protezione come mascherine e gel disinfettante per le mani.
Il tutto, in collaborazione con Ornella Perrone, consigliere con delega al Welfare, e Ernesto Magorno, sindaco di Diamante.
Quest’ultimo ha provveduto personalmente a far sì che il giovane ripartisse in treno verso la sua destinazione.
“Il ragazzo si è speso, commosso, in ringraziamenti per i carabinieri e i rappresentanti dell’amministrazione comunale – si legge in un comunicato stampa del comune -.
Ha sottolineato che Diamante è stato l’unico luogo dove ha trovato persone disposte ad aiutarlo e dicendo, con una battuta, che la nostra città è un diamante, di nome e di fatto”.
