Imputato in processo Miramare, era incandidabile? Amalia Bruni si dice “sconcertata” e si affida alla magistratura per la verifica.
“Questa di Muraca è una cosa che è arrivata ora, ed è difficile da digerire. Procederà la magistratura è evidente. Anche perché si tratta di una cosa che non era prevista e non era nota.
Siamo sotto questo cielo e speriamo bene. Sono certa che la situazione sarà attenzionata con grande serietà, come normalmente accade in questi casi, da parte della magistratura”.
Dice tutto e nulla Amalia Bruni, candidata alla presidenza della Regione Calabria, sulla spinosa vicenda sollevata dalla stampa circa la candidatura di Giovanni Muraca, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria, nella lista del Pd circoscrizione Sud.
Come riportato da fonti di stampa, tra cui Gazzetta del Sud, non poteva esserlo in base al codice etico del Pd che, tra gli altri paletti alla candidabilità, pone il non essere stato rinviato a giudizio.
In merito, Carlo Tansi di Tesoro Calabria ha espresso “forte disagio” per la vicenda e chiesto alla Bruni di verificare la notizia, perché ora il Centrodestra cavalca la notizia. Ma, come detto, la stessa capo della coalizione si è rimessa nelle mani della magistratura.
“Nel caso di verifica di incandidabilità – dice tuttavia Tansi -, chiediamo che Amalia Bruni a nome di tutta la coalizione prenda le distanze politiche e morali, da una candidatura che finirebbe per danneggiarne non solo l’immagine, ma anche il risultato elettorale.
Invito anche, se necessario, il Partito che lo ha candidato a intraprendere le dovute contromisure. Se viceversa non risultano, con riferimento al Codice Etico, esservi condizioni ostative alla candidabilità – conclude Tansi – invitiamo la candidata alla presidenza della Regione, a utilizzare il diritto di replica e di smentita nelle forme di legge”.