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I terreni della Marlane-Marzotto a Praia a Mare sono da bonificare?

Marlane: un approfondimento su un particolare cruciale per la sorte dell’ex area industriale al centro di un progetto di rigenerazione.

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I terreni dell’area Marlane-Marzotto a Praia a Mare, in Calabria, sono da bonificare?

La domanda è recentemente tornata d’attualità grazie a un progetto da 15 milioni di euro per la rigenerazione di una porzione del sito industriale tessile del Gruppo Marzotto dismesso da molto tempo e di cui abbiamo reso conto in un nostro articolo.

Volendo fornire una risposta alla domanda iniziale: no, non sono da bonificare. Almeno non per il momento.

Per capire il perché di questa affermazione bisogna tenere in conto cosa sia in effetti una bonifica, cosa è successo negli anni addietro e cosa sta ancora avvenendo su quella immensa superficie.

Cos’è la bonifica ambientale di un sito contaminato?

Potrebbe essere allora utile comprendere la differenza tra bonifica di un terreno contaminato e Piano di caratterizzazione.

Secondo le definizioni contenute nelle Norme in materia ambientale (D.lgs 152/2006), la bonifica è “l’insieme degli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle Concentrazioni soglia di rischio”.

Il Piano di caratterizzazione, come è evidenziato nella medesima fonte, è l’insieme delle attività che permettono di ricostruire i fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali, in modo da ottenere le informazioni di base a supporto delle decisioni realizzabili e sostenibili per le eventuale messa in sicurezza o bonifica definitiva.

Il Piano di caratterizzazione è quindi uno studio preliminare (e neanche l’unico, ndr) sullo stato del terreno a seguito del quale è possibile concludere se sia necessaria o meno una bonifica.

I terreni della Marlane di Praia a Mare non sono “ancora” da bonificare perché, ad oggi, non è mai stato svolto compiutamente un Piano di caratterizzazione su di essi.

Il Piano di Caratterizzazione Marlane-Marzotto

Marlane scavi terreni
Campagna scavi di indagine nei terreni della Marlane

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Eppure, proprio il gruppo Marzotto ne aveva presentato uno, nel 2007. L’anno prima, era iniziata una prima campagna di scavi di indagine nei terreni circostanti la fabbrica. Li aveva chiesti la Procura della Repubblica di Paola dopo che alcuni ex operai avevano raccontato ai magistrati di avere interrato lì sostanze nocive alla salute dell’uomo.

Quel Piano di Caratterizzazione era stato approvato con propria ordinanza dal Commissario delegato per l’emergenza ambientale nel territorio della Regione Calabria, competente all’epoca.

Ed era pure iniziato, salvo interrompersi nel 2009 per un nuovo ordine del Gip di Paola di sequestro dell’area su richiesta della procura.

Praticamente il la al Processo Marlane I, che a dicembre 2014 si chiuderà con assoluzioni piene, con la formula perché il fatto non sussiste, per tutti gli imputati e per tutti i reati contestati: dall’omicidio al disastro ambientale. (leggi il nostro articolo del 19 dicembre 2014)

Con la sentenza veniva inoltre disposto il dissequestro dell’area e quindi consentita la possibilità di riprendere gli studi di caratterizzazione del sito.

Tuttavia veniva anche presentato appello dagli accusanti, tra cui anche il Comune di Praia a Mare che si era costituito nel procedimento come parte civile. Di conseguenza, il sindaco Antonio Praticò decideva di diffidare la Marzotto a svolgere qualsiasi attività per non alterare lo stato dei luoghi.

Inoltre, l’anno successivo (giugno 2015), una apposita Conferenza dei servizi convocata dal primo cittadino praiese annullava quel Piano di caratterizzazione perché, secondo l’ente, era stato redatto con parametri di valutazione delle concentrazioni di sostanze nocive non in linea con la destinazione d’uso del terreno e veniva dunque chiesto al privato di presentarne uno nuovo. (clicca qui per un maggiore dettaglio)

Qualche mese dopo, il 15 settembre 2015, si verifica un colpo di scena. La Conferenza dei servizi torna a riunirsi e il piano originario viene ritenuto idoneo dal Comune di Praia a Mare, che revoca l’annullamento.

Decisivi, al fine di un tale risultato, saranno i pareri espressi nel frattempo da alcuni enti che certificano la bontà del progetto. Tra questi, l’Agenzia regionale per l’ambiente della Calabria che sottopone alcune integrazioni al piano.

Gli avvocati inviati da Marzotto a partecipare alla riunione tecnica le accettano di buon grado e dichiarano di voler svolgere rapidamente gli interventi.

Di non poco conto, inoltre, un altro particolare: il giorno prima, il 14 settembre del 2015, l’avvocatessa Giovanna Lazzarotto, forte della procura conferitagli dalla Marzotto Spa, aveva protocollato in comune un documento intitolato “Linee guida per la risoluzione dei contenziosi in corso”.

È la proposta con la quale il gigante del tessile, settore del quale a Praia a Mare nel frattempo non è rimasta neanche l’ombra, propone al comune l’acquisizione al patrimonio pubblico di una porzione dell’area Marlane dal valore stimato di 1 milione e 759mila euro.

Si tratta di un “pezzo” della vecchia fabbrica, del depuratore usato dalla stessa, dei terreni antistanti a questi e ad altri edifici, come schematizzato nella foto qui sotto.

marlane marzotto praia mare

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In cambio il Comune di Praia a Mare, oltre a corrispondere una cifra simbolica di 1000 euro, rinuncia all’appello contro la sentenza di primo grado, alla costituzione di parte civile e a ogni richiesta di risarcimento danni.

Inoltre, assume alcuni obblighi. Per dieci anni l’ente non potrà trasferire ad altri la proprietà o i diritti su beni acquisti (fino al 2026, ndr) e concede per lo stesso periodo di tempo il diritto di prelazione a Marzotto.

Infine, il comune è obbligato a “destinare le campate del capannone e i terreni di pertinenza facenti parte della Porzione Immobiliare ad attività commerciali e/o artigianali”, si legge nell’accordo siglato nel 2016.

Quale sorte per l’eventuale bonifica dei terreni Marlane-Marzotto?

Ad oggi, quel Piano di Caratterizzazione non è mai ripreso, anche per l’ennesimo sequestro dell’area avvenuto nel 2017 per consentire nuove indagini con le quali il tribunale di Paola valuta se tornare in aula per un processo nel frattempo ribattezzato Marlane 2 e incentrato unicamente sulle morti bianche e i tumori che hanno colpito gli operai.

Lo scorso maggio, si è tenuta l’ultima udienza preliminare, ma il Gip non ha ancora sciolto la riserva e i sette imputati sono ancora in attesa di capire se saranno rinviati a giudizio o meno.

Soltanto alla definizione di quest’ultima appendice del caso Marlane si potrà tornare a ragionare su quale eredità conservino quei terreni come lascito dei procedimenti di produzione dei tessuti, in quale concentrazione sono presenti queste sostanze e se esistono pericoli per la salute dei cittadini e dell’ambiente.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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