Cosa è l’Ospedale Covid che Occhiuto apre questa settimana a Praia a Mare?

La struttura attende da anni di tornare a essere un ospedale vero e proprio dopo le sentenze del Consiglio di Stato.

Riapre l’ospedale di Praia a Mare.

Una frase pronunciata spesso negli ultimi anni, ma che non ha mai sortito l’effetto sperato e generato proteste, inaugurazioni insensate e molto altro.

Qualche giorno fa è toccato al governatore calabrese Roberto Occhiuto, che è anche l’attuale commissario alla Sanità regionale, rispolverare la celebre frase, come avevamo riportato in un nostro articolo. Qualche giorno dopo ha poi precisato che si tratta di una riapertura correlata all’attuale emergenza Covid.

“Una buona notizia – ha detto lo scorso 15 gennaio – è che la prossima settimana avremo in Calabria due nuovi ospedali per il Covid: i presidi di Trebisacce e Praia a Mare. Strutture sanitarie fondamentali per affrontare l’emergenza e per alleggerire la crescente pressione sulla rete ospedaliera”.

Praia a Mare Ospedale Covid. Qualche lettore ricorderà che questa era una proposta avanzata all’inizio della pandemia da tre sindaci, come avevamo scritto qui nel 2020.

Dunque: una cosa è riaprire l’ospedale di Praia a Mare come effetto delle sentenze del Consiglio di Stato e che dovrebbero far tornare in località Santo Stefano reparti, posti letto, personale, sale operatorie e così via. Altra cosa è un Ospedale Covid.

Cerchiamo allora, nel frattempo, di capire cosa è un Ospedale Covid.

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Cosa è un Ospedale Covid?

Definizione: Un ospedale Covid è una struttura sanitaria indicata dal Piano Sanitario Regionale per l’emergenza dove accogliere pazienti positivi al virus con vari gradi di sintomatologia.

Questa definizione di Ospedale Covid l’abbiamo trovata in rete e la riteniamo calzante.

Dal lato legislativo trova giustificazione all’interno del Decreto Cura Italia che all’articolo 4 prevede: “Le regioni e le province autonome possono attivare, anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private, o di altri luoghi idonei, per la gestione dell’emergenza Covid-19, sino al termine dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020″.

Eventuali opere edilizie per adattare gli ambienti esistenti possono essere fatte in deroga a tutta la normativa di settore, proprio a causa dell’emergenza.

In particolare in un cosiddetto Covid hospital si deve assistere pazienti con cure adeguate, soprattutto quando è necessario combattere l’insufficienza respiratoria. Le persone affette dalla forma più acuta della Covid-19 presentano questo scompenso e, per questo motivo, è necessaria la presenza di posti letto in Terapia intensiva. 

La struttura convertita in Ospedale Covid può contemplare l’esistenza sia di funzioni ospedaliere normali che emergenziali.

Deve quindi possedere requisiti precisi in termini di spazi e impiantistica. Nel dettaglio, deve consentire la divisione di aree e percorsi dedicati nei quali i pazienti ricevono cure adeguate garantendo, al tempo stesso, la sicurezza loro e degli operatori sanitari.

Questi ultimi devono essere appositamente addestrati a gestire i pazienti. Ovviamente, una struttura di questo tipo non sono è accessibile ai parenti delle persone ricoverate.

Inoltre, al termine dell’emergenza – si ipotizza – la struttura sanitaria deve tornare all’attività precedente.