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Amici in Comune, le minoranze chiedono che l’ente si costituisca parte civile

Quasi tutti i consiglieri comunali chiedono di portare in Giunta e in consiglio la vicenda del rinvio a giudizio del sindaco di Praia a Mare.

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L’ente Comune di Praia a Mare si costituisca parte civile nel processo penale Amici in Comune.

È questa la richiesta di alcuni consiglieri di minoranza dopo dopo il verdetto odierno espresso dal Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Paola sulle persone indagate nell’inchiesta Amici in Comune e di cui abbiamo riferito in un nostro precedente articolo.

I reati in concorso tra di loro e a vario titolo contestati agli indagati, oggi diventati imputati, sono: turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio e falso in atto pubblico.

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Di questo avviso è Antonino De Lorenzo.

“Ci sono, ora, tutti i presupposti politici – dice in un comunicato stampa -, oltre che giuridici, per chiedere che il Comune di Praia a Mare si costituisca parte civile nel processo penale nel quale figura come imputato per gravissimi reati l’attuale sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò.

Rivolgo il mio appello ai colleghi della maggioranza – dice De Lorenzo – per portare immediatamente in Giunta la richiesta di costituzione di parte civile e di discuterne, eventualmente, anche in Consiglio comunale per fare emergere in maniera chiara la volontà politica di tutti i consiglieri.

A loro, mesi fa, avevo già indirizzato la preghiera di una riflessione etica e morale all’indomani del ritorno in municipio del primo cittadino, a conclusione del periodo di arresti domiciliari ordinati dal Gip al termine delle indagini.

La richiesta di costituzione – ci tiene a sottolineare De Lorenzo – era stata avanzata a noi consiglieri già mesi fa da Dario De Paola, l’imprenditore praiese che con la sua coraggiosa denuncia alla procura ha dato il la alle indagini della guardia di finanza.

Da un punto di vista politico ho ritenuto, e ritengo tuttora, che questa istanza dovesse partire da un punto fermo posto dalla giustizia. Fatto ancora una volta salvo e sacrosanto il principio della non colpevolezza, solo con il rinvio a giudizio, a mio parere, si concretizza sotto più aspetti l’inconciliabilità della persistenza di Antonio Praticò alla guida della nostra comunità.

E, di conseguenza, come per consulenze legali che mi sono incaricato di chiedere a professionisti qualificati, la reale fondatezza della costituzione parte civile del Comune di Praia a Mare nel processo penale Amici in Comune che da qui a qualche tempo partirà nella aule della giustizia”.

Infine, da parte del consigliere comunale, anche impegnato in prima fila nella preparazione in vista delle elezioni di primavera per il rinnovo delle cariche elettive, una considerazione sull’inchiesta stessa.

“Nelle investigazioni degli inquirenti – afferma Antonino De Lorenzo – è emerso un Sistema Praia a Mare. Ovvero, un modo di gestire la cosa pubblica da tempo immemore chiacchierato in città come possibile e oggi reso quanto meno probabile da un’inchiesta e da un imminente processo contro i presunti responsabili.

Quel sistema ipotizzato dagli inquirenti, che privilegia alcuni a danno dei molti, che crea ricchezze indebite, piccole o grandi che siano, ha contribuito ad affossare il futuro di Praia a Mare. Ora, serve il superamento di tutto questo. Va scritta un’altra storia della nostra città, ma prima – conclude – bisogna mettere un punto e a capo”.

I consiglieri Maria Pia Malvarosa, Carolina Carravetta e Francesco Marsiglia hanno invece affidato a Facebook il loro pensiero.

“Dopo aver atteso il tempo che la delicata fase delle indagini preliminari richiede, oggi all’esito del
rinvio a giudizio del sindaco di Praia a Mare e di alcuni funzionari comunali nell’ambito del processo
Amici in Comune, riteniamo sia doveroso da parte della giunta del Comune di Praia a Mare
determinarsi alla costituzione di parte civile per il danno all’assetto morale della nostra comunità, già
gravemente minato, nonché per le ricadute d’immagine ed economiche che dalle risultanze
processuali potrebbero derivare al Comune di Praia a Mare.

L’udienza odierna ha aggiunto un punto ed una certezza: i soggetti indagati, oggi, con il rinvio,
diventano imputati nel processo.

Serve un segnale forte di distacco da certe accuse e da certi comportamenti, a tutela non solo di
interessi economici ma anche dell’immagine e della moralità del nostro paese.

Segnale che non può che arrivare da una costituzione parte civile che attesti l’intenzione dell’organo
politico di tenersi al di fuori di comportamenti amorali e che consenta, nell’ambito del processo, di
contribuire ad accertare ogni circostanza di questa pagina di pessima storia della nostra cittadina,
che, al di là del dato legale, ha minato l’idea di correttezza, etica e legalità che devono
contraddistinguere ogni istituzione pubblica.

È dovere imprescindibile per una sana amministrazione proteggere la dignità di un paese e di una
collettività che, suo malgrado, è stata protagonista in prima pagina come paese in cui un pezzo dello
Stato agisce per interessi propri e tratta la cosa pubblica come merce a propria disposizione.

Basta ai post di circostanza e ai comunicati stampa di solidarietà e stima. Serve un atto formale, una presa di posizione reale, quale solo la costituzione di parte civile può essere.

Riteniamo pertanto, che la Giunta, accantonate le proprie convinzioni personali, diventi voce e tutela
dell’ente e della collettività che rappresenta. Per tali motivi abbiamo richiesto alla Giunta Comunale di determinarsi con riferimento alla costituzione di parte civile nel processo penale tanto nei confronti dell’organo politico quanto dei funzionari”.

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