Coldiretti Calabria: “No alla denominazione Cedro di Santa Maria del Cedro, il prodotto appartiene a un’area più vasta”.
Coldiretti Calabria chiede di modificare la denominazione Dop Cedro di Santa Maria del Cedro in Cedro della Riviera dei Cedri.
“L’istanza – si legge in una nota – è finalizzata ad evitare il rischio di imputare la paternità del cedro e della storia a esso collegata ad un’unica cittadina, Santa Maria del Cedro, negando di fatto l’appartenenza a un’area più vasta, appunto la Riviera dei Cedri che, con la stessa cittadina, ne condivide terra, cultura e tradizioni”.
La posizione dell’organizzazione degli imprenditori agricoli è scaturita da una serie di incontri specifici nei quali sostiene di aver raccolto numerose segnalazioni in tal senso pervenute da alcuni produttori dell’agrume.
Si tratta – vie precisato – della fase successiva alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del riconoscimento della Dop denominata, appunto Cedro di Santa Maria del Cedro, e di cui avevamo trattato alcuni mesi fa da queste pagine.
SEGUI INFOPINIONE SU GOOGLE NEWS
Come detto, per Coldiretti Calabria la produzione del cedro appartiene a un territorio più ampio rispetto al solo comune di Santa Maria del Cedro e fino ai comuni di Acquappesa, Guardia Piemontese, Fuscaldo e Paola.
“La coltivazione del cedro varietà liscia diamante, italiana o calabrese – afferma l’organizzazione -, risulta da sempre praticata nei comuni della fascia costiera compresa fra Tortora e Paola. Gli stessi sono tradizionalmente e congiuntamente indicati come comuni della cosiddetta e rinomata Riviera dei cedri, proprio per la presenza di questo agrume che viene coltivato sia nei centri sul mare che in quelli dell’entroterra.
Insieme aa un’altra serie di modifiche letterali chiediamo inoltre che il disciplinare contempli anche tecniche moderne di gestione e raccolta che ormai sono usate dagli agricoltori, nonché la modifica della classificazione delle categorie del pregiato frutto”.
In merito si è espresso anche il presidente di Coldiretti Calabria: “Indubbiamente – ha detto Franco Aceto – le nostre richieste vanno in direzione di rendere più forte l’intero territorio e l’economia agricola legata direttamente ed indirettamente al cedro, con una immagine coordinata.
Nel mantenere la denominazione Dop Cedro di Santa Maria del Cedro – conclude – si incorrerebbe negli errori del passato: cioè di legittimare iniziative individualistiche che, mancando del riconoscimento di una comunità forte di appartenenza, hanno respiro corto”.