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Porto di Maratea, il comparto: male non dare priorità a messa in sicurezza del Molo Nord

Intervento di Assopesca che se la prende con gli uffici regionali. “Mancano indirizzi politici chiari. Le priorità non sono le mattonelle e l’illuminazione”.


Bisognerebbe pensare prima alla messa in sicurezza del Molo Nord e quindi delle imbarcazioni e in seguito ad aspetti estetici.

La pensa cosi l’Associazione di coordinamento delle Imprese di pesca del litorale tirrenico lucano in merito all’avanzamento burocratico del progetto di riqualificazione del Porto di Maratea.

Gli incontri tra l’amministrazione comunale e il comparto dei portuali svolti di recente avrebbero fatto emergere una differenza di vedute sulle priorità rispetto ai tecnici della Regione Basilicata.

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maratea porto

Le idee della comunità di Maratea appaiono chiare – spiega il portavoce di Assopesca, Manuel Chiappetta -. Discutibili invece, le priorità dettate in conferenza di servizi da parte dei tecnici regionali che discutono su colori delle mattonelle e illuminazione”.

Il nodo sarebbe l’indirizzo che si sta assumendo in Conferenza dei servizi.  “Pur premettendo che un’ottima iniziativa dell’amministrazione comunale ha messo a disposizione degli operatori tutti gli elaborati tecnici del progetto in essere – viene specificato -, è necessario sottolineare che la comunità marateota non può essere sottoposta a ulteriori negative ripercussioni postume alle scelte scellerate di chi preventivamente deve relazionare e dare parere sulle priorità d’intervento.

Non è accettabile che passi in secondo ordine la messa in sicurezza del Molo Nord e che quindi non vengano approfonditi i criteri tecnici scelti per risolvere definitivamente il problema dell’impatto delle mareggiate e delle conseguenti criticità per la sicurezza delle imbarcazioni e dell’incolumità degli operatori.

Non è possibile che, dopo diversi interventi strutturali fallimentari, non si valuti analiticamente la questione tecnica in riferimento al peso e al disegno dei corpi cementizi da installare. Non è concepibile che diventi determinante la posizione ideologica di qualcuno che non vuole l’utilizzo dei tetrapodi perché impatterebbero visivamente.

Memori di catastrofi naturali passate, non possiamo lasciare spazio a interpretazioni. Il modello Maratea impone che non venga messa in campo nessuna ipotesi tecnica che non riconduca agli unici corpi cementizi che sono sopravvissuti intatti e immobili“.   

Per i pescatori le strutture in cemento armato utilizzate come frangiflutti nella protezione del porto sono indispensabili e irrinunciabili.

“Non possiamo essere continuamente presi in giro – ancora Chiappetta -. Non può esistere nessuna riqualificazione portuale se non vengono risolti definitivamente i problemi di sicurezza strutturale, nessuna analisi paesaggistica può essere, in questa fase, prioritaria.

È opportuno che la l’azione politica territoriale prenda coscienza del fatto che stiamo vivendo una fase storica importante del comparto Mare di Basilicata. Finalmente, dal 2024 si potrà ridisegnare un assetto di Governance Portuale nuova, che calata in un contesto di investimento strutturale potrà finalmente dare stabilità di sviluppo ad un settore strategico lasciato per troppo tempo in balia degli eventi.    

Chiederemo immediatamente un incontro con tutta la politica regionale, partendo dal presidente della Giunta Vito Bardi e dall’assessore alle Infrastrutture, cercando di stimolare un spinta emozionale della comunità politica lucana che prenda atto che l’unico Porto regionale con rilevanza economica statale non può essere ulteriormente maltrattato con interventi inefficaci e con evidente sperpero di denaro pubblico”.


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