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Alta Velocità sul Tirreno cosentino, cinque associazioni accusano l’amministrazione di Scalea: “Miopi”

Secondo il raggruppamento è in atto una strategia che potrebbe condurre all’esclusione del territorio dalla realizzazione dell’opera.


Abbiamo scritto all’amministrazione comunale di Scalea esprimendo forte preoccupazione per le azioni che si stanno intraprendendo e che rischiano di far escludere definitivamente l’Alto Tirreno Cosentino dal progetto Alta velocità ferroviaria“.

A renderlo noto cinque associazioni: Svimar, ScaleaFuturo, Noi x il territorio, Circolo Acli Metastasio, Consorzio ScaleaMare e Comitato per la Provincia della Magna Graecia.

Ecco i motivi per i quali – secondo le associazioni – il territorio rischierebbe di perdere l’opportunità. “Nello studio di fattibilità sono previste una ipotesi alternativa al Lotto 2 Praia-Tarsia, ovvero il Lagonegro-Tarsia, e una seconda opzione di interconnessione che avverrebbe non a Praia a Mare, ma a Sapri.

Dunque nel caso in cui i comuni costieri iniziassero a opporsi alla costituzione dell’opera, Rfi potrebbe optare per un totale spostamento del nuovo tracciato“.

Inoltre, sempre secondo il raggruppamento di associazioni non sarebbe possibile sostenere la strategia per assicurarsi fermate con un ammodernamento della linea esistente.

“Questo – dicono – non è tecnicamente perseguibile, in quanto non permetterebbe il raggiungimento dei 300 chilometri orari e a dirlo è stato lo stesso Francesco Russo, docente invitato al convegno di sabato prossimo a Scalea, il quale sostiene che un upgrade della Tirrenica meridionale non porterebbe benefici apprezzabili, il risparmio di tempo sarebbe infatti solo di 20 minuti.

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Le linee AV/AC inoltre devono sorgere fuori dai centri abitati e senza stazioni intermedie lungo il tracciato. Sul Tirreno non ci sarebbe lo spazio per realizzare una cosa simile, salvo che non si vogliano abbattere le case.

Un piano improduttivo generato dalla non conoscenza dei progetti – proseguono -, per questo si afferma che la nuova ferrovia escluderebbe la Riviera dei Cedri, cosa non vera in quanto essa attraverserebbe i comuni di Tortora, Praia a Mare, dove si intersecherà con la linea tirrenica ed è prevista una fermata, San Nicola Arcella, Scalea, Orsomarso e Verbicaro. La linea storica poi non verrebbe dismessa, ma continuerebbe a rimanere in esercizio.

Si deve inoltre rilevare una visione miope della questione, poiché non si tiene conto del fatto che uno degli obiettivi è quello di collegare il versante jonico con resto d’Italia. Il Lotto 2 Praia-Tarsia permetterebbe di raggiungere l’Arco Jonico con un risparmio di 90 minuti, senza dover fare il giro da Paola.

Esso un domani potrebbe essere percorso non solo dai treni AV ma anche da Intercity e regionali, quindi la Riviera dei Cedri potrebbe essere collegata in meno di due ore con Catanzaro, Crotone e Corigliano Rossano. Non solo, sarebbe possibile istituire anche dei treni diretti con Taranto e Bari. Tutto questo oggi è inimmaginabile, si pensi a quali e quanti benefici potrebbero derivarne.

Ciò che hanno proposto le associazioni è quanto dalle stesse già esposto in tempi non sospetti, ovvero una seconda interconnessione fra le due linee nel territorio di Scalea con una doppia diramazione: una in direzione nord ed una in direzione sud. Questo significherebbe che potenzialmente un domani si potrebbero avere dei collegamenti diretti e veloci non solo fra Praia e Catanzaro, ma anche fra Catanzaro e Paola passando per Santa Maria del Cedro, Diamante, Belvedere Marittimo e tutti i comuni costieri. Sarebbe dunque un paradosso se i comuni della costa si opponessero alla costruzione”.

Le associazioni inoltre accusano l’amministrazione comunale di Scalea di mancato coinvolgimento.

LEGGI QUI LA REAZIONE DELLA GIUNTA PERROTTA

“A ottobre – fanno sapere nella nota diramata – era stata inviata una missiva con la quale si chiedeva di organizzare una riunione fra i sindaci di tutto il comprensorio e le associazioni, questa però è rimasta lettera morta.

Oggi invece l’amministrazione di Scalea, sotto suggerimenti di natura politica, ha inteso organizzare un convegno ma perdendo di vista quello che è l’obbiettivo da perseguire per questo territorio e non per altri, che magari godono anche di altre infrastrutture come gli aeroporti.

Nella nota del Comune di Scalea si citano le convenzioni nate in seguito alle fermate dei treni AV, senza ricordare che queste sono state ottenute esclusivamente grazie alle azioni messe in campo delle associazioni così come la proposta di redigere un dossier.

C’è poi il sentore che si voglia strumentalizzare l’ambientalismo, una delle più nobili forme di volontariato, per perseguire altre finalità, tanto che si è indirizzata una lettera anche al presidente del Parco nazionale della Sila, peccato però che i Lotti prioritari non riguardino quell’area.

Facciamo dunque appello agli ambientalisti perché non si lascino strumentalizzare e si discuta invece su quali possono essere le soluzioni più sostenibili. È importante sapere coniugare la tutela ambientale con lo sviluppo economico. Questa è un’occasione unica e la storia ci insegna che le lotte ideologiche non hanno mai portato benefici.

Evitiamo analisi e ricostruzioni fuorvianti che creano solo allarmismo, esse non saranno di aiuto allo sviluppo del nostro territorio. Ostacolare le nuove infrastrutture, vuol dire ostacolare lo sviluppo ed è quello che al momento si vorrebbe fare.

Dunque se si vuole intraprendere un dibattito costruttivo, si tenga conto anche di orientamenti differenti che si basano su valutazioni tecniche e non su personali teorie o amicizie politiche”.


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