Iorio: vi spiego perché. Reazioni: Papa non condivide, perplessi Fondacaro e Matellicani, Assopescatori Maratea non demorde.
Il Comune di Tortora ha rinunciato al ricorso al Tar della Basilicata contro il parere favorevole fornito dai dipartimenti della Regione Basilicata alla ripresa delle attività.
La decisione è stata presa nel corso del recente consiglio comunale. Dell’azione giuridica avevamo parlato in un nostro articolo del maggio 2021, mentre il parere in questione può essere approfondito cliccando qui.
Le motivazioni ufficiali le abbiamo chieste al sindaco del Comune di Tortora, Toni Iorio, che ci ha spiegato che la decisione è stata presa dal legale di fiducia dell’ente, Norina Scorza, e che se ne è discusso con la stessa nel corso di una videoconferenza, tenuta il giorno dopo del consiglio comunale e alla quale hanno partecipato maggioranza e minoranza.
“A sentenza uscita – ha detto Iorio – l’avvocato Scorza relazionerà meglio a tutte le parti le motivazioni della decisione”.
Decisione che, tuttavia, ha già generato reazioni e commenti nello spettro politico e associazionistico locale.
Raffaele Papa, consigliere di minoranza
“Pare incredibile ma purtroppo è vero, il Comune di Tortora ha ritirato il ricorso al Tar della Basilicata contro l’impianto di San sago, lo ha comunicato il sindaco nel consiglio comunale tenutosi lo scorso mercoledì 6 aprile.
La notizia lascia a dir poco perplessi e disorientati in considerazione delle tante aspettative riposte da tutti per un esito favorevole dello stesso. È una rinuncia che non condivido e per la quale esprimo, come consigliere comunale e cittadino, tutto il disappunto possibile.
Una decisione difficile da comprendere, trattandosi dell’unica possibilità per contrastare la Valutazione d’Incidenza Ambientale (Vinca) rilasciata dagli uffici della Regione Basilicata ai fini dell’apertura dell’impianto e che ora rischia invece di aprirne le porte. Pur non conoscendo nello specifico le sottese motivazioni, a questo punto è però legittimo chiedersi, perché è stato presentato ricorso al Tar Calabria e poi al Tar Basilicata se doveva essere ritirato? Quali sono le cause di una decisione grave e che può essere dannosa per tutti?
Ritengo che, aldilà di ogni valutazione, così facendo si vanificano in un solo colpo anni di battaglie condotte dalle precedenti amministrazioni, associazioni e cittadini tutti.
In attesa di sentenza per capirne di più e meglio, auguriamoci nell’interesse della comunità tortorese e dell’intero territorio, che si abbia bene in mente cosa fare per contrastare ancora la riapertura, ben coscienti che non servono strategie che a nulla approdano ne semplici giustificazioni o scuse di circostanza, ma atti concreti per impedire ciò che non accadeva ormai da anni, e cioè il pieno funzionamento di un depuratore di rifiuti speciali tossici, nocivi e pericolosi sul fiume Noce a pochi chilometri dalle nostre spiagge e dal nostro mare.
Spesso l’eccessiva superficialità o menefreghismo conducono al baratro, ma il dado è tratto ed il danno potrebbe essere compiuto.
Oggi siamo più deboli sia nei confronti degli uffici regionali che dovranno autorizzare gli impianti e sia verso coloro che li vogliono aperti e funzionanti, ma si riprenda la lotta, si recuperi per quanto possibile, ma non più con armi spuntate e soprattutto senza alcuna resa prestando la massima attenzione ad una problematica maledettamente seria che potrebbe segnare irrimediabilmente il futuro del comprensorio e delle persone che lo vivono. Di fronte a ciò, tutto il resto oltre che noia è perdita di tempo”.
Anna Fondacaro e Filippo Matellicani, consiglieri di minoranza
“Manifestiamo tutta la nostra perplessità e disapprovazione per la decisione, annunciata a sorpresa dal sindaco nel corso dell’ultimo consiglio comunale, di aver rinunciato, in sede di udienza per la discussione, al ricorso presentato al Tar Basilicata.
Di fatto, si tratta di una rinuncia ad ogni possibile azione legale di contrasto alla Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) rilasciata dalla Regione Basilicata, che rischia di aprire definitivamente le porte alla ripresa funzionale dell’impianto di San Sago.
Un ricorso in opposizione alla Vinca travagliato dagli inizi, dal momento che già il primo ricorso al Tar Calabria era stato dichiarato inammissibile per incompetenza territoriale, in esito al quale il sindaco aveva addirittura parlato di una strategia, obiettivamente di difficile interpretazione e comprensione.
Avevamo, in più occasioni, sollecitato l’amministrazione ad essere tempestiva e preparata nel ricorrere ad ogni azione politica, amministrativa e giudiziaria, pur di scongiurare la riapertura, sottolineando come negli anni passati, si era arrivati alla chiusura dell’impianto solo attraverso delle efficaci azioni giurisdizionali, intraprese e portate al termine dall’amministrazione, allora in carica.
Purtroppo, adesso, non essendo pendente alcun ricorso giudiziario la situazione rischia di evolversi verso il completo rilascio delle autorizzazioni da parte degli enti preposti, con gravi ed irreparabili ripercussioni per il nostro territorio.
Invitiamo, ancora una volta, il sindaco e l’amministrazione comunale, con spirito propositivo ed unitario, che abbiamo sempre dimostrato su una questione così importante e delicata per il nostro paese, a non abbandonare le strade giudiziarie ed a ricorrere con decisione e convinzione in ogni sede opportuna, con idee chiare e con la partecipazione attiva di tutte le forze politiche e sociali, senza ulteriori tentennamenti e rinunce, che potrebbero rivelarsi drammaticamente funeste per tutto il territorio”.
Manuel Chiappetta, Assopescatori Maratea
“Il ricorso al Tar presentato dal Comune di Tortora era solo un tassello della lotta contro la riapertura dell’impianto, la priorità resta l’impegno politico per il ritiro della valutazione di incidenza.
Alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano chiederò un impegno ufficiale al Governatore Bardi per l’immediato ritiro della Vinca.
Ogni azione di promozione territoriale turistica per Maratea e per l’area sud di Basilicata risulta inutile se lo spauracchio della riapertura dell’impianto di rifiuti speciali di San Sago non sparisce definitivamente.
La risoluzione del problema resta appannaggio di una azione politica che partendo dal voto unanime in consiglio regionale a favore della mozione per il ritiro dell’autorizzazione superi definitivamente il problema.
Che nessuno pensi di far passare la questione dell’ipotetico errore legale come un elemento di ratifica definitiva dell’impossibilità di agire contro la Valutazione di Incidenza emanata ad aprile 2021 dal dipartimento Ambiente ed Energia di Basilicata.
Le Comunità sono stanche di subire, nessuno può pensare che i popoli credano sempre in errori o incapacità, tutte le vicende intorno alla questione San Sago puzzano esattamente quanto male odoravano le acque non trattate sversate per anni nel nostro prezioso fiume Noce.
È ora che la politica regionale metta fine alla questione, la Vinca va ritirata, il metodo usato non può e non deve interessare le comunità inermi, è la rappresentanza politica che deve trovarlo, assumendosi le responsabilità del mandato elettorale”.