L’ex magistrato Luca Palamara in località Castrocucco per parlare del nuovo libro e spingere la sua associazione: “Oltre il Sistema”.
Luca Palamara ha presentato il libro “Lobby & logge. Le cupole occulte che controllano “il sistema” e divorano l’Italia ieri, lunedì 1° agosto 2022 a Maratea, in località Castrocucco, presso il lido L’Approdo 2.
L’evento è stato promosso da Francesco Piro, vicepresidente del Consiglio della Regione Basilicata per Forza Italia Berlusconi per Bardi, ed è stato moderato dall’avvocato Giuseppe Sabella.
Il “Sistema”: esiste un’altra magistratura
L’ex magistrato italiano, ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura e più giovane presidente dell’Anm, ha iniziato spiegando al folto pubblico presente il suo legame con il territorio. Ha infatti ricordato come, nel marzo del 2021, tenne a Lagonegro la prima uscita dopo le restrizioni del Covid. In quella occasione presentò “Il Sistema. Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana“, scritto con Alessandro Sallusti, direttore responsabile di Libero, coautore anche dell’ultima opera.
“I libri – ha detto Palamara – li ho scritti perché esiste un’alta magistratura, che andava raccontata senza ipocrisia. Il fruitore finale è il cittadino che non intende più accettare questo sistema. Allo scopo di raccogliere questa istanza e stimolare la politica a percorrere la strada di necessarie riforme – ha aggiunto – ho creato l’associazione Oltre il Sistema“.
In merito alla sua vicenda personale, dalla quale tutto è cominciato, ha poi ricordato come fosse impegnato “nell’opera di bilanciamento tra la corrente di destra della magistratura, della quale ero rappresentante, e quella di sinistra”. Quanto successo “ha poi fatto sì che si verificasse uno spostamento a destra della magistratura, che ha rotto gli equilibri”.
Tutto, era iniziato con l’intercettazione di alcuni incontri nell’ambiente della magistratura intercettati grazie all’installazione nello smartphone dell’ex magistrato di una applicazione. “Quel trojan – ha raccontato Palamara – ha generato un terremoto nel Consiglio superiore della magistratura, provocando dimissioni dei componenti dell’organo che è stato conquistato dalla corrente di Davigo, insediatasi nonostante già il giorno dopo era caduta l’accusa del reato che aveva giustificato l’installazione del Trojan nel mio telefono”.
Dopo aver spiegato che il “sistema” da lui raccontato gestisce le nomine in magistratura su base politica, al pari di come avviene in altri ambiti della vita pubblica italiana, oltre a decidere quando “far uscire determinati fascicoli di indagine dai cassetti” ha detto: “Questo sistema si subisce oppure si offre un discorso propositivo di cambiamento”.

Luca Palamara, secondo libro su Lobby e logge
Del “Sistema”, ovvero degli intrecci tra magistratura, politica, stampa, affari e altri poteri si occupa anche “Lobby & logge. Le cupole occulte che controllano il sistema e divorano l’Italia”.
“Chi crede nella giustizia – ha detto ancora Luca Palamara – non accetta che essa sia concepita come un regolamento di conti. Ne avevo scritto nel libro del 2021 e, ovviamente, oggi è ancora così. Si avviano procedimenti disciplinari contro componenti della magistratura per atteggiamenti che sono tenuti da tutti. È un ambiente in cui chi comanda controlla le carriere. Avviene lo stesso nella Pubblica amministrazione”.
Il racconto muove da fatti consegnati alla cronaca del Belpaese quali il processo Eni e Loggia Ungheria. Il primo un procedimento per una maxi tangente versata per assicurarsi lo sfruttamento di risorse in Nigeria, il secondo una associazione segreta, composta da alti magistrati, avvocati, imprenditori, politici, generali delle forze armate. Insomma un intreccio di poteri e interessi messi insieme per condizionare nomine e promozioni all’interno dell’apparato pubblico. Entrambi i casi non hanno vita lunga nelle aule dei tribunali, ma conservano una valenza per il racconto di Palamara.
“Esiste – ha spiegato – un cerchio magico. Che sia millanteria o meno, non influisce sulla struttura della gestione del potere. Semmai bisogna chiedersi come abbia gestito queste vicende la magistratura. Un problema è costituto da come i magistrati gestiscono le dichiarazioni che ricevono. In alcuni casi, vengono date in pasto alla stampa. Altre volte restano nei cassetti a prendere polvere, come è stato per quelle di Amara.
Ottenute nell’ambito del processo Eni, rese nel tentativo di salvare la propria posizione, ma poi inutilizzate per due anni, fino a che la procura di Perugia non ha aperto un procedimento sulla Loggia Ungheria”.
Fatti, che, secondo Palamara, è bene raccontare in occasioni come quella dell’incontro di ieri a Castrocucco di Maratea, per dare la possibilità alle persone di maturare la corretta sensibilità sul tema”.
Secondo l’ex magistrato una prima riforma dovrebbe insistere proprio sul rapporto che esiste tra “certa” magistratura e “certa” stampa. Di cordate di potere che influenzano queste due entità allo scopo di orientare l’opinione pubblica prima ancora che si sia consumato un solo grado di giudizio.
La magistratura va riformata

“Il mio discorso è pro magistratura, non contro”, ha infine chiarito l’ex magistrato. “È una narrazione diversa. La magistratura va riformata, in due mosse.
Uno: con l’inserimento del sorteggio per la composizione del Consiglio superiore della Magistratura, spezzando il potere che deriva dalle nomine.
Due: intervenire sulla composizione interna del Csm, evitando che i componenti laici siano nominati dalla politica”, ha concluso.
Sistema cambia due mosse: 1 csm sorteggio che spezza
