Buttafuori gambizzato a Belvedere Marittimo. In manette i presunti responsabili del tentato omicidio dell’addetto al servizio di sicurezza del Malì a giugno 2021.
Tentato omicidio, lesioni personali ed estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi e violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale.
Con queste accuse, questa mattina i carabinieri delle compagnie di Scalea e Paola hanno arrestato 5 persone residenti a Cetraro, dando esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
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I cinque indagati sarebbero responsabili del pestaggio e ferimento con arma da fuoco di un addetto al servizio di sicurezza di un locale notturno della Riviera dei Cedri.
I fatti risalgono a giugno 2021 e rimanderebbero al grave episodio di cronaca verificatosi a Belvedere Marittimo quando un buttafuori venne gambizzato nei pressi di un locale pubblico.
L’operazione di questa mattina giunge al termine di una intensa attività investigativa delle forze dell’ordine.
“La misura cautelare – si legge in un comunicato ufficiale dell’Arma – è intervenuta a seguito delle attività investigative, coordinate dalla Dda, e delegate alla Compagnia Carabinieri di Scalea e alla Compagnia Carabinieri di Paola.
In particolare si tratta degli approfondimenti investigativi, relativi al tentato omicidio, ipotizzato nei confronti di uno degli indagati, verificatosi nel giugno del 2021, ai danni dell’addetto al servizio di sicurezza di un locale notturno dell’alto tirreno cosentino, il quale si sarebbe opposto alla presunta condotta estorsiva ipotizzata nei confronti di quattro indagati, consistente nella pretesa di consumare bevande senza corrispondere il relativo prezzo.
Per tali presunte condotte illecite, è stata ritenuta, altresì, la sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso in quanto sarebbero state poste in essere avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo propria delle organizzazioni mafiose.
L’ulteriore vicenda oggetto della misura cautelare è quella relativa al reato di violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale commesso nel marzo 2021, ipotizzato nei confronti di uno degli indagati con riferimento alle presunte minacce rivolte a due Carabinieri, nel corso di un ordinario controllo di polizia, per costringerli ad omettere il suo deferimento all’Autorità Giudiziaria in ordine alle violazioni che erano state rilevate nei suoi confronti.
Con il provvedimento restrittivo è stata disposta la misura cautelare in carcere nei confronti di 4 indagati e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di un indagato.
Il procedimento per le ipotesi di reato è attualmente nella fase delle indagini preliminari”.
