Contratto capestro con Trenitalia firmato dalla Giunta Oliverio alla base dell’aumento degli abbonamenti del treno che colpiscono i pendolari.
“Domani, faremo una delibera di Giunta e tutti i calabresi che in questi giorni hanno sostenuto costi superiori per gli abbonamenti per il treno saranno rimborsati, mentre quelli che si accingeranno a farli li pagheranno direttamente senza aumento”.
Lo dice in un video diffuso sui social il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in riferimento all’aumento degli abbonamenti del trasporto su rotaia lamentato nei giorni scorsi dai pendolari. (Ce ne siamo occupati qui, leggi)
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Come riportato, gli aumenti in questione arrivano fino al 34% sugli abbonamenti mensili del treno, colpendo in particolar modo chi quotidianamente si sposta su ferro come lavoratori e studenti.
Ma cosa è successo? nel 2019 governo regionale di oliverion sisitra ha approvato contratto vcapestro con trnitialia con aumenti automatici. no applicati con covid e li ha applicati ora in menira retroattiva sommando quelli degli anni passati.
Ma cosa è successo? Ecco la spiegazione del governatore calabrese: “Questi aggravi sono frutto di un contratto capestro firmato nel 2019 dalla Giunta Oliverio di Centrosinistra. In sostanza, a causa della pandemia che è esplosa pochi mesi dopo quella firma, gli aumenti sono stati congelati. Ora – aggiunge Occhiuto – sono stati applicati tutti in una soluzione.
Ma non può funzionare così – sbotta il presidente -. Trenitalia ha percepito ugualmente dalla Regione Calabria le risorse necessarie, nonostante i servizi non siano stati interamente espletati causa Covid.
Queste risorse per ammortizzare gli aumenti ai viaggiatori calabresi – aggiunge poi Occhiuto – le dovremo pagare, sempre per via di quel contratto sbagliato.
Presto – conclude – avremo un incontro con i vertici di Trenitialia nel corso del quale diremo loro che la musica è cambiata in regione, anche sul trasporto pubblico locale su ferro. Ribadiremo che anche le società dello Stato devono servire la Calabria e non servirsi della Calabria e dei calabresi”.