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Un bar di Praia a Mare, una scelta di campo: “Qui non vendiamo alcol, ecco perché”

La scelta in controtendenza della proprietà del Bar Centrale a Praia a Mare, soprattutto durante il periodo estivo. “Mai considerato i clienti come banconote”.

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Non tutto e non per forza è movida nelle calde notti estive della Riviera dei Cedri.

Spesso si tende a misurare il successo o meno di una località turistica semplicemente “pesando” le presenze nelle aree dove si concentrano le attrattive notturne, in particolare discoteche e locali. Ed è inutile nascondere qualcosa di ovvio come il fatto che dentro e attorno a questa dinamica si muova anche un flusso fatto di consumo di sostanze come alcol o droga.

L’estate in Riviera dei Cedri, con i flussi turistici in arrivo, offre opportunità commerciali, lecite e non. Questo vale anche per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Non si spiegherebbero, altrimenti, i dispositivi di controllo straordinario del territorio a cura delle forze dell’ordine, che a luglio hanno prodotto sequestri di droga e arresti (leggi qui).

Lato alcol, si torna nell’ambito del legale, ma qui sarebbe forse il caso di porsi delle domande sul fronte etico, senza voler scadere nel becero moralismo. Un processo di questo tipo ha indotto la proprietà del Bar Centrale a Praia a Mare a impostare la propria attività commerciale in una determinata direzione, pubblicizzandola di recente anche attraverso i social. “Qui non vendiamo alcol“, è in sintesi lo slogan.

Parlando con la proprietà per capire come sia nata questa scelta in controtendenza è venuto fuori molto di più.

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Un Bar a Praia a Mare rinuncia agli incassi dalla vendita di alcol

Per addentrarci nella questione è necessaria qualche premessa. Chi scrive è stato influenzato da una coincidenza. Ho infatti di recente seguito alcuni contenuti sui social pubblicati da un influencer che affronta il tema della massimizzazione dei profitti nei locali pubblici. In uno dei video della serie viene spiegato come un errato dosaggio dell’acol nella preparazione dei drink, anche minimo, provoca perdite da decine di migliaia di euro all’anno.

Un modo come un altro per ricordare anche, però, quanto sia possibile guadagnare (molto) dalla vendita delle sostanze alcoliche. Alla luce di un ragionamento così, colpisce sapere di un locale pubblico che sceglie deliberatamente di rinunciare a questi introiti, soprattutto nel periodo dell’anno nel quale sarebbero massimi.

Una seconda premessa la fornisce la proprietà del “Centrale”, storico bar attivo a Praia a Mare. La loro scelta è etica, ma non vuole essere contraria a chi, in maniera assolutamente lecita, vende alcol nei propri locali.

Partiamo dai soldi? La proprietà sorride e giura: “In circa 25 anni, cioè da quando abbiamo fatto questa scelta, abbiamo rinunciato a guadagnarne molti, difficile quantificarli, ma va bene così. Portiamo il pane a casa e facciamo un lavoro dignitoso“.

Poi una precisazione: in questo locale praiese non ci si limita semplicemente a non vendere alcol ai minorenni, come stabilito dalla legge italiana. “Quello è la base per noi. È solo che con il tempo abbiamo via via eliminato questi prodotti dalla nostra offerta. Abbiamo delle birre e qualche bottiglia di distillati per alcuni clienti affezionati, che però non teniamo in bella mostra”.

Tra chi lavora in questo bar c’è anche chi ha decine di anni di esperienza nel settore: “Dopo tanto tempo – dice uno di loro – lo riconosci il cliente al quale devi dire ‘no’ alla richiesta di un alcolico. E poi – aggiunge – molti clienti di oggi erano i bambini nei passeggini di 10, 20 o 30 anni fa. Li abbiamo visti crescere, mai vorremo essere complici di un abuso di alcol per loro”.

Abbiamo scelto la tradizione: anche questo è fare turismo

In forza a questo bar di Praia a Mare c’è anche la nuova generazione, come la proprietaria di 19 anni, pronta a dare la sua impronta al locale e che si dice in totale sintonia con la scelta di chi l’ha preceduta”.

Insomma uno scenario distante dai locali da “shottino di alcol a 1 euro” per indirizzare la serata e poi come va va. Una proposta fatta di “cornetto, gelato e granita artigianali: questo è il nostro Dna“, dicono. “Circa intorno al 1998 abbiamo iniziato a eliminare l’alcol dai nostri menu e scelto un’altra metodologia. È stata una sorta di innalzamento progressivo di coscienza.

Qui, da noi, le persone non le abbiamo mai considerate delle banconote, per noi hanno un peso molto importante. Sentiamo la responsabilità nel non vendere alcol, tanto quanto nel produrre un gelato che sia buono e che possa essere mangiato senza conseguenze anche da neonati”.

Insomma, si dicono convinti: non tutto per i locali pubblici è movida e alcol. E il turismo è anche questo. “I nostri clienti – spiegano ancora i proprietari – hanno la pretesa di vivere un momento di serenità, pur essendo il locale praticamente al centro di Praia a Mare, di non viverlo nella confusione tra musica ad alto volume e schiamazzi. Secondo noi servono entrambe le proposte in una località turistica”.

È anche un discorso di specializzazione? “Sì, soprattutto – rispondono -. Noi abbiamo da sempre scelto alcuni settori di specializzazione e li abbiamo mantenuti. Ci sentiamo un bar classico e siamo molto affezionati alla tradizione. Siamo nati con gelati e granite e continueremo a vivere con questo. Anche il nostro ultimo investimento è andato in questa direzione: siamo un po’ tornati al sistema dei congelatori a pozzetto, come si usava molto un tempo”.

Tra la speranza di contribuire positivamente all’immagine di Praia a Mare e nessuna pretesa di avere in mano verità assolute da imporre agli altri, c’è spazio per una considerazione: “Ci piacerebbe sapere di poter essere d’ispirazione per altri operatori del settore, ma la verità è che ognuno ha una sua via.

Quanto al turismo, ci pare che a volte il successo venga misurato su parametri che comportano anche degli scempi per i luoghi di vacanza, soprattutto da un punto di vista ambientale. Ci stiamo tutti confrontando con temi come ad esempio l’emergenza climatica: crediamo che sarebbe il caso di ripensare un po’ tutto e fare delle scelte nette, che non badino solo ai profitti”.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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One comment

  1. La proprietà del Bar, è l’esempio, di come andrebbe gestito un locale come un bar, in una località di mare come appunto è Praia a Mare. Sono cresciuto insieme a loro nei miei 35 anni di estati a Praia a Mare, e posso testimoniare che loro sono a tutti gli effetti persone stupende che amano quello che fanno, e soprattutto pensano a chi hanno davanti prima di pensare ai profitti.