Messa in ricordo delle persone decedute a seguito della piena del torrente nel quinto anniversario della Tragedia del Raganello.
Era il 20 agosto 2018, quando 10 persone persero la vita in Calabria, nel territorio del Comune di Civita, in provincia di Cosenza, nel territorio del Parco nazionale del Pollino. Si trattava di escursionisti intenti a percorrere le Gole del torrente Raganello, una stupenda attrazione naturale, travolti all’improvviso da una piena.
Quell’episodio è stato ribattezzato Tragedia del Raganello. A causa dell’esondazione persero la vita:
- Antonio De Rasis, 32 anni, di Cerchiara (Cs), guida e volontario della protezione civile.
- Maria Immacolata Marrazzo, 43enne avvocatessa di Torre del Greco (Na).
- Carlo Maurici, 35 anni romano.
- Valentina Venditti, 34 anni romana.
- Myriam Mezzolla, 27 anni pugliese
- Claudia Giampietro, 31 anni pugliese.
- Gianfranco Fumarola, 44 anni pugliese agente di polizia penitenziaria.
- Paola Romagnoli, 55 anni ricercatrice di Bergamo.
- Carmen Tammaro, 41 anni di Qualiano (Na).
- Antonio Santopaolo, 44 anni di Qualiano (Na).
Le ultime due vittime della Tragedia del Raganello erano marito e moglie: le loro figlie di 10 e 12 anni riuscirono a salvarsi. I soccorsi trassero in salvo decine di superstiti, tra i quali molti bambini.
Oggi, domenica 20 agosto 2023, cinque anni dopo, la comunità di Civita le ha ricordate con una messa presso la Chiesa Santa Maria Assunta officiata da padre Remo Mosneag.
“Il ricordo di quella giornata è indelebile, mai andrà via – ha affermato il sindaco di Civita, Alessandro Tocci. Ogni anno ricordiamo le vittime della Tragedia del Raganello con la nostra dignità. A cinque anni da quel funesto giorno restano ancora impresse le scene indescrivibili e indelebili di una tragedia, il ricordo imperituro delle dieci vittime e il ricordo di un evento imprevedibile, tragico e funesto, che ha travolto l’intera comunità insieme alle 10 vittime”.
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“Oggi abbiamo pregato, durante la divina liturgia per le 10 persone decedute nella tragedia del Raganello – ha sostenuto il parroco, padre Remo Mosneag -. Abbiamo rinnovato il nostro affetto ai familiari delle vittime, decedute in modo molto tragico, e nello stesso tempo abbiamo pregato il Buon Dio affinché anche la nostra comunità trovi la forza e tutta quella bellezza interiore necessaria per mostrare quanto sia utile alla società e al mondo intero, il valore della solidarietà e dell’umanità”.
Sulla propria pagina Facebook il Soccorso Alpino Speleologico Calabria ha scritto: “Cinuqe anni fa un canyon frequentato ogni giorno da gruppi e famiglie si è trasformato improvvisamente in una trappola terribile. Un’onda d’acqua travolse decine di persone. Dieci di loro persero la vita.
Il Soccorso Alpino e Speleologico Calabria fu tra i primi ad intervenire, salvando tante persone, fra i quali alcuni bambini e recuperando purtroppo anche il corpo di uno di noi, Antonio De Rasis. Oggi il loro ricordo è più vivo che mai”.