Gli avvocati di Umberto Pietrolungo hanno chiesto il rito abbreviato: è accusato di essere il killer dell’avvocato Pierangelo Fioretto e della moglie Mafalda Begnozzi. La richiesta è condizionata ad un accertamento peritale di natura genetica.

I legali di Umberto Pietrolungo, 58enne affiliato alla cosca di ‘ndrangheta dei Muto di Cetraro, presunto killer dell’avvocato Pierangelo Fioretto e della moglie Mafalda Begnozzi, entrambi uccisi il 25 febbraio 1991 a Vicenza, hanno chiesto il rito abbreviato.
La richiesta al Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vicenza è stata depositata dagli avvocati Giuseppe Bruno, Marco Bianco e dalla collega vicentina Matilde Gresedin. L’istanza per il rito alternativo è condizionata ad un accertamento peritale di natura genetica, per accertare se effettivamente il Dna rilevato su un guanto in pelle ritrovato nei pressi della scena del crimine al tempo del duplice omicidio dei coniugi Fioretto appartenga o meno al cetrarese.
La settimana scorsa, su richiesta del sostituto procuratore Hans Roderich Blattner, Pietrolungo era stato rinviato a giudizio con fissazione della prima udienza in Corte d’Assise a Vicenza per venerdì 17 gennaio 2025.
L’imputato aveva 15 giorni di tempo per chiedere di poter essere interrogato dal PM o per avanzare richiesta di rito abbreviato, possibilità dovuta al fatto che il delitto risale a un periodo antecedente alla riforma Cartabia, che lo esclude.
La svolta sul caso vicentino era avvenuta a giugno scorso, con la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare a Pietrolungo in carcere a Cosenza, dove è recluso per altri reati.
Gli investigatori, a distanza di oltre 30 anni, erano risaliti al presunto omicida grazie a delle impronte digitali parziali trovate sul silenziatore di una pistola e al Dna rilevato su un guanto usato per l’assassinio. Inoltre, le foto segnaletiche di Pietrolungo hanno permesso ad alcuni testimoni il riconoscimento dell’uomo, anche a distanza di oltre 30 anni.
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