Duq quadri, una Madonna che scioglie i nodi e un San Camillo de Lellis benedetti dal Papa per l’ospedale di Praia a Mare. L’iniziativa di un comitato spontaneo costituito da un gruppo di cittadini di Verbicaro e di tutta la Riviera dei Cedri.

“Un segno di speranza che porti le coscienze ad interrogarsi“: è con questo spirito che sabato 8 febbraio 2025, alla presenza del vescovo della diocesi San Marco Argentano Scalea, monsignor Stefano Rega, e delle autorità locali, saranno donati all’ospedale di Praia a Mare due quadri benedetti da Papa Francesco.
Una delle due opere raffigura la Madonna che scioglie i nodi, una devozione molto cara al pontefice. L’altro quadro rappresenta San Camillo De Lellis, santo noto per la sua dedizione agli ammalati, raffigurato con una croce rossa sul petto. Entrambi, non hanno un gran valore economico, piuttosto simbolico, spiegano gli organizzatori, ovvero un comitato spontaneo costituito da un gruppo di cittadini di Verbicaro e di tutta la Riviera dei Cedri.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la diocesi e con la cappellania ospedaliera nell’ambito del Giubileo 2025 “Pellegrini di Speranza” e prevede due momenti: alle 10 e 30 la celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo alla presenza delle autorità locali, degli operatori sanitari, dei pazienti e dei loro familiari unitamente a tutti coloro che hanno a cuore la sanità. Seguirà alle 11 e 30 la cerimonia di consegna dei quadri.
“L’idea di chiedere al Santo Padre la benedizione di tali immagini – spiegano gli organizzatori – è scaturita a seguito di episodi di basso profilo morale, quali sono stati i ripetuti strappi dei manifesti funebri avvenuti a Scalea, in particolare quelli dei medici e quelli con cui si ringraziavano gli operatori sanitari. Ma il bello di questa iniziativa è che coinvolge realtà e persone profondamente diverse. Episodi incresciosi diventano così l’occasione per condannare il male, ma anche per sottolineare quanto di bello c’è in Calabria.
Le vicende dell’ospedale di Praia a Mare – proseguono – e della sua mancata riapertura sono a tutti note. Pochi però sono a conoscenza degli sforzi che ogni giorno i medici e gli operatori sanitari compiono in condizioni di grande precarietà, sia dal punto di vista professionale che umano.
La donazione dei quadri, dunque, vuole essere un gesto di gratitudine nei confronti di chi quotidianamente si spende in questa struttura un motivo di speranza per i pazienti ed i loro familiari, ma anche un’azione che faccia interrogare le coscienze di chi, a qualsiasi livello, ha responsabilità sociali, in particolare sulla sanità”.
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