Rapina alle poste di Corigliano Rossano: il tribunale condanna Poste Italiane a risarcire un dipendente dopo 11 anni. “L’ufficio non rispettava gli standard di sicurezza”.

Dopo undici anni arriva la sentenza su una rapina avvenuta nel febbraio 2013 all’ufficio postale di viale dei Normanni, a Corigliano Rossano. Il tribunale di Castrovillari ha condannato Poste Italiane Spa al risarcimento di un dipendente, vittima dell’episodio criminoso. La decisione del giudice si basa sulla mancata adozione di adeguati standard di sicurezza all’epoca dei fatti.
La rapina all’ufficio poste di Corigliano Rossano
La rapina si era consumata quando i malviventi approfittando dell’uscita del personale addetto alle pulizie da una porta di servizio, si erano introdotti nell’area riservata ai dipendenti. Armati di pistola, avevano minacciato il personale presente, tra cui il dipendente che ha successivamente avviato il ricorso. Dopo aver intimorito i lavoratori, i rapinatori erano riusciti a impossessarsi del bottino e a dileguarsi senza ostacoli.
L’indagine e il processo
L’indagine si è concentrata sulle modalità con cui i criminali sono riusciti a entrare nell’ufficio postale e sulla sicurezza della struttura. Secondo le verifiche effettuate, l’ufficio all’epoca non disponeva di adeguate misure di protezione, come metal detector, tornelli o la presenza di agenti di sicurezza. Questo elemento è stato determinante nella sentenza emessa dalla sezione lavoro del tribunale di Castrovillari.
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Dopo una lunga battaglia legale, il giudice ha accolto le ragioni presentate dall’avvocato Gaetano Alberto Romano, stabilendo che la responsabilità della sicurezza dei lavoratori ricadeva sull’ente datore di lavoro. Il mancato rispetto degli standard minimi di sicurezza ha quindi portato alla condanna di Poste Italiane al risarcimento del dipendente per i danni non patrimoniali subiti a seguito dell’evento traumatico.
“Sono soddisfatto per il risultato ottenuto, che rappresenta un riconoscimento del danno subito dal mio assistito”, ha dichiarato il legale. “Nel 2014, quando la causa ebbe inizio, non erano molte le sentenze che si pronunciavano su casi di questo tipo. Questo verdetto conferma l’importanza della sicurezza sul lavoro e delle tutele per i dipendenti”.
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