A Catanzaro, tre arresti per usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, estorsione e autoriciclaggio. Tassi d’interesse usurari fino al 600%.

La guardia di finanza del comando provinciale di Catanzaro ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di tre persone, gravemente indiziate dei reati di usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, estorsione e autoriciclaggio.
Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Catanzaro, a seguito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, con il supporto del nucleo di polizia economico-finanziaria della fuardia di finanza. Le indagini hanno accertato un’attività di erogazione di prestiti a tassi usurari, esercitata stabilmente dal principale indagato nella città di Catanzaro fin dai primi anni 2000.
Particolarmente allarmante è risultata l’eterogeneità delle vittime, appartenenti a diverse fasce d’età, estrazioni sociali e categorie lavorative. In almeno due occasioni, gli indagati avrebbero imposto la restituzione delle somme prestate con violenza e minacce, sfruttando la presunta contiguità del principale indagato ad ambienti criminali, circostanza che avrebbe generato timore nelle vittime.
Le indagini hanno evidenziato che tutte le vittime degli episodi di usura ed estorsione si trovavano in stato di bisogno, derivante da un’ingente mole debitoria o dalla mancanza, anche temporanea, di liquidità per far fronte alle necessità quotidiane.
I tassi d’interesse accertati sono risultati ampiamente superiori alla soglia di usura, raggiungendo in un caso il 600% su base annua. Il principale indagato è inoltre ritenuto gravemente indiziato del reato di autoriciclaggio, per aver reimpiegato un’autovettura sottratta a una vittima nell’attività di vendita di auto da lui gestita.
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Il provvedimento dispone la custodia cautelare in carcere per il principale indagato e gli arresti domiciliari per gli altri due soggetti, coinvolti, allo stato di gravità indiziaria, in episodi di usura ed estorsione. Le misure cautelari sono state adottate dal GIP, su richiesta della Procura, per prevenire la reiterazione dei reati e l’inquinamento delle prove.
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