La Procura di Paola ha chiesto il non luogo a procedere per Giuseppe Aieta, neo Sindaco di Cetraro, per le accuse di corruzione per insussistenza del fatto.

La Procura della Repubblica di Paola ha chiesto di non processare Giuseppe Aieta, ex consigliere regionale e recentemente eletto sindaco del Comune di Cetraro, per l’insussistenza dei reati di corruzione che gli erano stati contestati.
Nelle scorse ore si è tenuta, davanti al Gup presso il tribunale di Paola l’udienza preliminare relativa al procedimento penale che vede Aieta, difeso dall’avvocato Vincenzo Adamo, imputato insieme ad altri soggetti per una serie di ipotesi di corruzione.
Le accuse si riferiscono al periodo in cui Aieta svolgeva la funzione di consigliere regionale. L’udienza odierna era dedicata allo scioglimento della riserva sulle questioni preliminari sollevate dalla difesa e alle conclusioni della pubblica accusa, rappresentata in aula dal procuratore capo Domenico Fiordalisi.
Secondo l’accusa, Aieta avrebbe promesso assunzioni e commesso atti contrari ai doveri d’ufficio in cambio di voti per le elezioni Regionali del 2020. Tuttavia, la pubblica accusa ha concluso, attraverso un articolato ragionamento fondato principalmente sulle motivazioni dei provvedimenti giurisdizionali relativi alla fase cautelare e, in particolar modo, sul contenuto della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione, Sezione VI, in questa vicenda, chiedendo non doversi procedere per insussistenza del fatto per tutte le condotte corruttive contestate ad Aieta e ai suoi coimputati.
La Suprema Corte, infatti, come evidenziato nelle conclusioni del procuratore capo, affermava un deficit probatorio nell’indagine e l’assenza di tipicità in tutte le ipotesi corruttive contestate. La parola passa ora al collegio difensivo, che presenterà le proprie argomentazioni il prossimo 10 ottobre.
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