A Santa Maria del Cedro, oggi 3 luglio 2025, viene presentato ufficialmente il “Distretto del Cibo – Biofiliere dell’Alto Tirreno Cosentino”, una nuova era per lo sviluppo agroecologico e comunitario.

Oggi, giovedì 3 luglio 2025, a Santa Maria del Cedro, si apre un capitolo significativo per lo sviluppo agricolo e comunitario del territorio. Alle 18, Palazzo Marino – sede del GAL Riviera dei Cedri – ospiterà la presentazione ufficiale di “Biofiliere dell’Alto Tirreno Cosentino”, un’associazione temporanea di scopo appena riconosciuta come Distretto del Cibo.
L’evento segna il passaggio dall’idea alla fase operativa di un progetto nato da anni di confronto tra enti locali, imprese agricole, terzo settore e mondo della ricerca.
La serata cercherà di rispondere alla domanda fondamentale: “Che cos’è un Distretto del Cibo?” Dopo il saluto del sindaco della cittadina tirrenica e presidente del GAL, Ugo Vetere, interverranno Mascia Marini, segretaria generale di Baticòs e capofila dell’Associazione; Angelo Barone, presidente della Consulta Nazionale Distretti del Cibo (in collegamento remoto); e Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSì. Seguiranno i contributi dei partner del Distretto, un approfondimento tecnico a cura di Mariano Serratore, direttore di ICEA, e le conclusioni affidate a Fulvia Caligiuri, direttrice generale di ARSAC. Modera Fabrizia Arcuri.
Il Distretto “Biofiliere dell’Alto Tirreno Cosentino” è il risultato di un processo partecipato e di un solido piano strategico condiviso, volto a promuovere un modello di sviluppo agroecologico, territoriale e comunitario.
Il partenariato riunisce amministrazioni comunali, aziende agricole biologiche certificate, imprese in riconversione ecologica, cooperative, associazioni culturali, centri studi, organizzazioni professionali e realtà del terzo settore. Questa nuova struttura apre l’accesso a fondi e bandi specifici, favorendo l’aggregazione e il mutualismo tra le imprese e proponendosi come una piattaforma innovativa per il territorio.
Le “Biofiliere” incarnano un modello di sviluppo rurale che parte dal cibo, inteso non solo come produzione, ma anche come cultura, economia e cura del paesaggio e della comunità.
Con questo importante riconoscimento ministeriale, la rete potrà intercettare risorse dedicate, sostenere concretamente la transizione ecologica delle aziende agricole locali, generare nuova occupazione soprattutto per giovani e donne, e contribuire in modo significativo a contrastare lo spopolamento delle aree interne della Calabria.
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