Ospedale: le mamme scendono in campo


Creato un comitato di madri e future mamme del territorio
Appello a far di tutto per salvare il nosocomio praiese


di Andrea Polizzo

PRAIA A MARE ” Si è costituito il Comitato delle mamme allo scopo di far sentire la voce delle prime interesate dai disagi derivati dalla chiusura dei reparti di ginecologia e pediatria del Presidio ospedaliero di Praia a Mare.
Le prime parole sono affidate ad una lettera aperta indirizzata alla cittadinanza dei centri interessati dal servizio svanito con gli accorpamenti decisi dall’Azienda sanitaria provinciale. L’invito delle mamme è a non convincersi che la battaglia sia già  persa, a lottare in difesa di diritti umani come quello alla tutela della salute. Inoltre l’invito è a “leggere ed a valutare in modo obbiettivo e razionale questa lettera prescindendo dal colore politico a cui appartengono, svestendosi dagli abiti della politica spesso illogica, irrazionale e illusoria.
L’esortazione è ad una protesta pacifica per scuotere le coscienze di coloro che prendono le decisioni. Si parte da una ferma difesa dei reparti: “E’ noto a tutti ” ricordano le mamme del comprensorio – che il reparto di pediatria è sempre stato produttivo, che non ha mai rappresentato una difficoltà  economica per il Sistema sanitario nazionale, in quanto sempre utilizzato al meglio distinguendosi come uno dei fiori all’occhiello del nosocomio praiese.
Nelle parole della lettera non si legge rassegnazione ma insoddisfazione espressa da una serie di irrisolti quesiti: ” Qualcuno è in grado di spiegarci perché viene chiuso il reparto di pediatria a Praia e lo stesso sicuramente meno produttivo di altri ospedali rimane in vita? Perché per ridurre le spese della sanità  si chiude un reparto come l’ostetricia dell’ospedale di Praia sapendo che successivamente le future gestanti andranno a partorite con difficoltà  a Cetraro e sicuramente presso l’ospedale di Lagonegro, quindi fuori regione, portando alla Regione Calabria spese aggiuntive ed incentivando il dannoso fenomeno della migrazione sanitaria? Perché le diverse amministrazioni non hanno garantito la sopravvivenza di ostetricia garantendo cosଠle future mamme dal disagio di rivolgersi ad altri ospedali?.
L’incertezza è indicata come il male peggiore che grava sulle future partorienti: ” Sappiamo che l’assistenza per una gravidanza dura nove mesi ” si legge nella lettera – quindi rimane difficile usufruite di servizi o reparti in stato di perenne incertezza del proprio futuro.
Cittadini, puಠdarsi che questa nostra lettera aperta non sortisca alcun effetto positivo sul destino incerto dell’ ospedale di Praia a Mare ma siamo sicure di aver risvegliato in voi la voglia di lottare e di costruire un futuro migliore per i nostri figli. Un futuro nel quale i propri diritti non diventino piaceri o concessioni di qualcuno ma soprattutto un futuro in cui non manchi mai la voglia di lottare affinché i propri diritti e la dignità  individuale siano sacri e rappresentino sempre le icone reali di riferimento della società .

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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