Lo scorso 3 luglio Gerardo Chinni ha compiuto 100 anni. Lavoro e senso della misura i segreti della sua longevità.
TORTORA – Lo scorso 3 luglio, Gerardo Chinni, cittadino di Tortora, ha compiuto cento anni. Un secolo di vita e non sentirlo.
La quotidianità dell’arzillo anziano, nato a Cetraro nel 1909 e padre di sette figli che vivono in diverse città d’Italia, racchiude il segreto dell’invecchiare senza smettere di vivere.
“La tranquillità e il lavoro – racconta nonno Gerardo – sono i miei segreti. Ho visto molti miei amici ed ex colleghi rimanere senza passatempi dopo la pensione. Dopo poco tempo sono morti. Io invece riempio le mie giornate con la cura dell’orto”.
Puntuale come i treni di una volta, Gerardo comincia la sua giornata di buon ora. Dopo una passeggiata per le vie del centro altotirrenico, raggiunge il giardino di cui si prende cura.
Un fazzoletto di terra al confine tra Tortora e Praia a Mare sul quale agli alberi della frutta si alternano filari di ortaggi. Concima, annaffia, sale sullo scaletto per raccogliere qualche frutto, ispeziona meticoloso le piante dei pomodori. Tutto in perfetta autonomia.
Nell’orto, ritorna al pomeriggio, dopo un pranzo leggero che lui stesso prepara senza negarsi alcun piacere. “L’importante – precisa – è avere il senso della misura”.
Il resto della giornata, che si conclude sempre intorno alle 21 e 30 con il sonno ristoratore, è dedicato alla lettura del suo quotidiano preferito, dalla prima all’ultima pagina. Non perde una notizia ed è sempre pronto a commentare.
Altra attività che assorbe il suo tempo, la realizzazione di collage di conchiglie marine con le quali realizza quadri, e decora oggetti vari.
In un secolo di vita ne ha viste tante. Trombettista sotto le armi a Nettuno, e poi artificiere dell’esercito a Roma, di esperienze di lavoro ne ha da raccontare davvero tante. Una tra tutte quella che gli valse la medaglia d’argento al valore civile.
“Sotto le armi – racconta con lucidità Gerardo – lavoravo come artificiere. Nel corso di una ricognizione, trovai una granata inesplosa in un cumulo di armi in disuso. Nei pressi c’era un cantiere dove lavoravano trecento operai. Invece di dare l’allarme, generando pericolo, ho disinnescato la granata e li ho salvati”.
Nel giorno del suo compleanno, la cittadina di Tortora gli ha tributato i giusti festeggiamenti, organizzati dagli amici e dai vicini di casa. Dopo la messa in suo onore, officiata da don Francesco La Marca, un rinfresco al quale hanno partecipato anche le istituzioni cittadine.
Per lui anche una targa commemorativa da parte dell’associazione 1°Maggio Tortora.
Il 6 luglio, altra festa in suo onore, a Roma, presso il reparto di Artiglieria di via Prenestina, alla presenza del sindaco della capitale, Gianni Alemanno, e del presidente del consiglio regionale del Lazio, Guido Milana. Per l’occasione, Gerardo Chinni ha ricevuto una targa commemorativa dal comandante Neri e dal generale di brigata colonnello Lombardi.
“Ora – conclude Gerardo Chinni – mi aspetto un cavalierato. Credo proprio di essermelo meritato”.
Auguri ‘nonno’ Gerardo.
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