L’opera di De Francesco di fondamentale importanza scientifica. Le ricerche di Celico e Moliterni. Il Comune acquista la copia.
TORTORA – “I salassi non servono a curare la Malaria”. Nel 1600 un luminare tortorese, Giovanni Francesco De Francesco, anticipa di tre secoli la scienza medica mettendo in discussione la pratica molto diffusa nella cura della malattia, all’epoca mortale e abbandonata solo alla fine del diciannovesimo secolo.
Le convinzioni del medico tortorese sono venute alla luce con il rinvenimento del “Libellus aureus de venae sectione contra empiricos”. A recuperare il prezioso volume gli storici locali Biagio Moliterni e Giovanni Celico.
“Abbiamo ritrovato questo libro – racconta Celico – dopo una ricerca di circa trenta anni. Il nome del medico è apparso su un sito tedesco, associato a un volume dal titolo diverso da quello a noi noto, edito in Germania nel 1685. Don Giovanni Mazzillo, parroco di Tortora e conoscitore del tedesco, ci ha messi in contatto con Christoph Nebgen, assistente in storia della Chiesa all’università di Magonza che ci ha permesso di avere una copia fotografica dell’opera e successivamente di individuarne una in vendita”.
L’opera è stata tradotta dal latinista tortorese Aleardo Dino Fulco, mentre la copertina per la ristampa è stata realizzata da Giovanni Moscara. Il libro è stato acquistato dal Comune di Tortora grazie all’impegno dell’assessore alla Cultura, Michele Cozza.
Il suo assessorato ha predisposto una speciale Commissione, presieduta da Celico, per stilare il programma di iniziative volte a celebrare l’importante ritrovamento. Ne fanno parte, oltre a Cozza e al sindaco, Giuseppe Silvestri, Aleardo Dino Fulco, presidente onorario, Nicolino Palladino e Biagio Moliterni, segretari e i consulenti esterni, Enzo Monaco, Franco Galiano, Saverio Napoletano, Pasquale Lanzillotti e Francesco Iorio.
Il programma prevede un convengo da tenere in agosto al quale saranno invitati numerosi esperti e medici originari o comunque legati al comune altotirrenico e l’intitolazione di una piazza o di una via all’illustre scienziato tortorese.
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