Marlane, colpevoli assassini e assenti ingiustificati

Assente la società civile all’incontro voluto dal Forum ambientalista

Russo Spena: “Management assassino”. Pesacane: “Tutti sapevano”

 

DI ANDREA POLIZZO

 

PRAIA A MARE – “Di Praia non c’è quasi nessuno”. Luigi Pacchiano allarga le braccia sconsolato e si allontana.

 

L’ex operaio Marlane, personaggio simbolo della vicenda legata alla fabbrica tessile di Praia a Mare, risponde così a chi gli sottolinea il dato pesante delle assenze locali all’incontro pubblico “Dalla nave dei veleni alla fabbrica dei veleni”, svoltosi lunedì sera presso l’Hotel Calabria.

 

Pacchiano ha lavorato per quasi quarant’anni alla Marlane e ne ha ricevuto in cambio un carcinoma alla vescica. Ora sta meglio. A diverse decine di suoi colleghi non è andata altrettanto bene. Anche per questo motivo le assenze fanno rumore. Alla Marlane, negli anni d’oro, lavoravano fino a 1050 persone. 100 o forse più di loro sono morte di cancro. Nella sala congressi del piccolo hotel rivierasco ce ne sono di meno.

 

Colpevoli gli assenti. Ma non sono i soli. Lo sottolineano con forza i relatori.

 

“La colpa è di tutti – tuona Mauro De Marco, rappresentante di Rischio Zero –. ‘Ndrangheta, imprenditori, amministrazioni comunali, istituzioni sovra comunali. Sono tutti colpevoli del tanti disastri ambientali calabresi. Alla Marlane bastava che l’Asl e l’Ispettorato del lavoro facessero semplicemente il loro lavoro e che il sindacato interno non venisse usato come ufficio di collocamento o trampolino di lancio per le elezioni”.

 

All’incontro praiese, organizzato dal Forum ambientalista, era atteso il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, assente per motivi personali. Al suo posto, arriva Giovanni Russo Spena. Anche il senatore ce l’ha con i colpevoli.

 

“A partire dalla dirigenza della Marlane – afferma – bisogna risalire a tutti i responsabili della vicenda. È chiaro che qui a Praia c’è stato un management che ha preso decisioni assassine”.

 

Individuare i colpevoli. Ma le azioni? Le soluzioni? Il Forum ambientalista ha deciso di costituirsi parte civile nell’imminente processo sulle morti bianche alla Marlane. Lo conferma il presidente Nazionale, Ciro Pesacane.

 

“Incazziamoci” il suo primo commento. “Chiediamo a gran voce al Governo – aggiunge – di dichiarare lo stato di emergenza ambientale. Cetraro e la nave dei veleni sono a due passi. Qui ci sono dei fatti, non parole. Tutti sapevano e tutti ora sanno. Solo Berlusconi, come ha detto Loiero, non sapeva. Anche a Messina si sapeva. Qui si scherza con la pelle della gente e con la loro economia se non si bonifica”.

 

Tutti sapevano. Pochi parlavano. Nessuno ascoltava. Tra rapporti di Legambiente inascoltati, le minacce di perdita del posto, documenti fatti firmare dall’azienda a chi andava in cassa integrazione con l’impegno di rinunciare a rivalersi in alcun modo, quella Procura della Repubblica di Paola dei primi anni novanta che Francesco Cirillo, ambientalista e scrittore che si occupa della vicenda da anni, ha definito “Più inquinata del Tirreno” e chissà cos’altro.

 

Una storia sporca. Una storia dell’alto Tirreno cosentino. Le morti bianche di Praia a Mare come i fusti di Aiello Calabro e il relitto di Cetraro. Scritte da colpevoli assassini e assenti ingiustificati.