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Tirreno radioattivo, Lombardo: “Non esiste un secondo relitto"

Il procuratore catanzarese parla di coordinate sovrapponibili


La Mare Oceano sarebbe stata più precisa della Coopernaut

 

DI GESTIONE

 

CATANZARO – “Le coordinate relative al relitto della nave Catania rilevate dall’imbarcazione Coopernaut Franca e dalla Mare Oceano sono sovrapponibili e non esiste un secondo relitto”.

 

È quanto affermato da Vincenzo Antonio Lombardo, Procuratore di Catanzaro, sulla vicenda del relitto ritrovato a largo di Cetraro.

 

“La Coopernaut Franca – ha aggiunto – rileva il relitto a 39°28′ 541 di latitudine nord e 15° 41′ 569 longitudine est. Sulla base di queste coordinate la Mare Oceano ha effettuato i suoi rilievi ed ha trovato il relitto che dalle scritte sulla fiancata è stata identificata come la nave ‘Catania’. Quindi non esiste un secondo relitto perchè gli accertamenti della Mare Oceano sono stati fatti proprio sulla base delle prime indicazioni della Coopernaut che però non aveva identificato lo scafo”.


Le dichiarazioni del procuratore seguono i rilievi critici mossi da più parti, in particolare da alcune sigle ambientaliste, sulle difformità riscontrabili dalla comparazione dei filmati realizzati dalla nave inviata dalla Regione Calabria a settembre e quelle di ottobre effettuate dall’imbarcazione della Geolab inviata dal Governo.

 

“La Coopernaut – ha infatti detto Lombardo –, ha compiuto la rilevazione del relitto solamente da un lato e con una forte instabilità del Rov. Il Nautilus, infatti, è stato stabilizzato attraverso delle funi, una delle quali non è stata recuperata, e potrebbe essere quella che si vede nelle immagini fatte dalla Mare Oceano. Nella relazione di Coopernaut, inoltre, si danno come approssimative anche le dimensioni del relitto”.

 

Sulle difformità relative proprio alle coordinate si erano addensati i principali dubbi sui quali Lombardo afferma che “c’è una distanza di 3-4 miglia da dove il relitto è stato trovato. Ma in realtà le coordinate sul sito vengono indicate come approssimative e poi c’è un dato non trascurabile. Le coordinate indicate potrebbero essere quelle del sommergibile che affondò la Catania e che indicò la sua posizione al momento dello sparo. Ed è compatibile la distanza delle 3-4 miglia considerato che i sommergibili sparavano contro le navi proprio a non meno di quella distanza per motivi di sicurezza”.

 

Il procuratore di Catanzaro, infine, interviene anche sulla relazione della direzione marittima di Reggio Calabria inviata alla commissione parlamentare sulle ecomafie nella quale si fa riferimento ad un relitto non identificato.

 

“Quella relazione – ha dichiarato il Procuratore – si basa sui dati forniti della Coopernaut che non aveva identificato il relitto. Solamente quando poi è intervenuta la Mare Oceano il relitto è stato identificato e non ci sono dubbi che si tratti della Catania”.

 

Intanto si apprende che la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti ascolterà mercoledì alle 14 e 30 il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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