Inquinamento ambientale e truffa tra i reati contestati. Comune di Scalea deciderà per una eventuale chiusura.
SCALEA – Inquinamento ambientale, truffa in appalto pubblico, furto di energia elettrica e reati in materia di mancanza di sicurezza sul lavoro.
Sono questi i reati che i carabinieri di Scalea hanno contestato all’amministratore unico dell’Alto Tirreno cosentino Spa, nonché presidente dello Scalea calcio Francesco Rovito che per il momento rimane in stato di libertà.
Durante il sopralluogo nella sede della società, che ha l’appalto del Comune di Scalea per la rimozione dei
rifiuti urbani e per il prelievo degli ingombranti, i militari hanno accertato diverse irregolarità, più o meno gravi.
Sequestrati oltre milleduecento metri cubi di rifiuti da imballaggio quali carta, bottiglie di plastica e lattine, apparentemente depositati in violazione delle norme di stoccaggio, su un appezzamento di terreno di circa seicento metri quadrati, limitrofo alla sede amministrativa dell’Atc di via Piave e un’altra area adiacente, di milleduecento metri quadrati che ospitava pneumatici usurati, batterie per veicoli esauste nonché due autocompattatori in disuso.
Tutti rifiuti classificabili come ingombranti o pericolosi. Secondo i militari “Lo stoccaggio abusivo di questi materiali ha permesso alla Atc un notevole risparmio di denaro, perché quel materiale avrebbe dovuto essere invece trasferito alle discariche autorizzate”. Di qui la contestazione a Rovito di frode in pubblico appalto.
Lunga è anche la lista degli addebiti mossi a Rovito in materia di sicurezza sul lavoro. In quanto amministratore, infatti, Rovito è ritenuto responsabile sia per la presenza di due cisterne fuori terra utilizzate per il rifornimento di carburante ma sprovviste di nulla osta alla prevenzione incendi, sia per la sporcizia riscontrata nei locali, sia ancora perché l’officina è stata trovata sprovvista di un adeguato isolamento atmosferico, acustico e termico.
Infine, Rovito avrebbe omesso di adottare le misure necessarie a conservare e mantenere le attrezzature dell’officina, che sono risultate costruite in assenza di disposizioni legislative e normative. I carabinieri hanno anche informato il Comune di Scalea perchè provveda alla eventuale chiusura degli uffici dell’Atc per quanto di competenza comunale.
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